Il calcio a Mantova: giovani esposti a infortuni, la prevenzione la miglior cura

MANTOVA – Si è tenuto questa mattina al MaMu un convegno dedicato al calcio giovanile, organizzato dal Dott. Ortopedico Antonio Zanini. Una sorta di appendice agli eventi di Mantova Capitale Europea dello Sport. Tante le tematiche affrontate.

L’alimentazione

“Il calcio a Mantova. Le giovanili: prevenzione e fattori di rischio”. Questo il titolo di un convegno a tratti di carattere scientifico e che ha coinvolto diversi professionisti del settore medico e tecnico del mondo del calcio.  A partire dal nutrizionista mantovano di Fc Internazionale e della Nazionale Italiana di Calcio, Matteo Pincella. Una figura, la sua, che nel mondo del pallone fino a 10 anni non esisteva e che ora è richiesto dai più importanti allenatori. Una professione che prevede un rapporto diretto sia con l’allenatore, che con l’atleta. Quante calorie può assumere un calciatore professionista? 3500: divise in vari pasti a seconda dell’intensità dei carichi di lavoro e in base alla presenza o meno della partita. Nelle stra grande maggioranza esistono delle vere e proprie strategie di alimentazione. Dalla corretta alimentazione, dipende anche la qualità del sonno (questo anche nel caso della gente comune). Così come è fondamentale l’idratazione che può favorire una migliore performance.

L’ allenamento: differenza tra dilettanti e professionisti

Aspetto fondamentale nella vita di ogni atleta, di tutte le categorie, di tutte le discipline sportive. l’allenamento. Vale ovviamente per i professionisti, ma ancor di più per i giovani. Dalle analisi emerse nelle varie relazioni, oggi si punta molto sulle sedute di forza. “L’importante – ha spiegato Pietro Gazzola – è conoscere e studiare le articolazioni dell’atleta e un buon allenamento può ridurre di gran lunga il rischio d’infortunio”. “Gli esercizi di forza devono essere somministrati gradualmente – ha commentato il preparatore atletico del Mantova Corrado Merighi -. Con i bambini si comincia con esercizi ludici e con il passare degli anni si aumenta gradualmente in modo da permettere ai giovani atleti di reggere i carichi di lavoro che si fanno in prima squadra”. Lo stesso vale per altri sport. “Il calcio a 5 – ha commentato la preparatrice del Kaos Mantova Elena Giannotta – è uno sport completamente differente dal calcio a 5. Ha tempi effettivi di gioco differenti, in dimensioni differenti, con movimenti di accelerazioni e decelerazioni continue”.

Poi ci sono le grandi scuole. Chievo, Sampdoria e Inter. Queste realtà, confrontate con le nostre, per la maggior parte dilettantistiche, vantano organici, strutture e risorse che favoriscono un lavoro specifico e una crescita fisica dell’atleta che va in simbiosi con quella tecnica. Anche e soprattutto nei settori giovanili. Come? Monitorando  i propri atleti. Particolarmente interessante il progetto del Chievo Calcio, seguito dal Dott. Giuliano Corradini, in collaborazione con l’Università di Verona e Oracle. Un progetto che permette di studiare a tutto tondo l’atleta. Metabolismo, forza e velocità. Questi i campi d’indagine per lo sviluppo dell’atleta. Metodi di lavoro che cambiano a seconda delle società. “Per quanto riguarda l’Inter – ha commentato il medico sociale Alessandro Corsini – nel settore giovanile c’è un allenamento standard e lineare, mentre in prima squadra incide molto il rapporto con lo staff tecnico e quindi con l’allenatore”. Un monitoraggio costante che porta poi le squadre ad ottenere anche dei successi sul campo. E l’Inter negli ultimi anni ha conseguito traguardi importanti, proprio con il Settore Giovanile.

La prevenzione

Qui si entra in un altro ramo, forse il più importante e che riassume quanto detto sopra. Il famoso detto “Prevenire è meglio che curare” non è solo un semplice consiglio. Il tema è stato affrontato con la Maria Teresa Pereira che lavora a stretto contatto con la Sampdoria. “Nel calcio, la prevenzione riduce del 50% il rischio di rottura dell’ LCA. Infortunio in aumento specialmente nelle donne e nei giovani. Nei bambini, le lesioni sono negli arti inferiori sono sempre più presenti. 30% lesione legamenti articolazioni, 12% contusioni, lesioni muscolari 18%”. Quali i metodi di prevenzione per i bambini? “Controllo del salto, del tronco. controllo del ginocchio nel salto”. Il metodo più efficace, consigliato a molte società dilettantistiche è l’11+ della Fifa. Metodi di lavoro e di prevenzione applicabili anche nel mondo del calcio femminile come ha potuto constatare in questo periodo Francesco Perondi preparatore atletico della Nazionale Italiana di Calcio Femminile e con alle spalle anni di esperienza nel calcio dei grandi. “Si lavora sulla prevenzione, con allenamenti specifici. In particolar modo sui glutei. Le donne si infortunano di più rispetto agli uomini, per una questione ormonale. Ad incidere fattori anatomici e fattori neuro-muscolari”.

 

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