Il florovivaismo si salva con l’e-commerce. Bluflora pianta appositamente e regala begonie agli operatori sanitari

MANTOVA – Solo qualche mese fa si pensava di buttare via l’intera stagione del florovivaismo con lo stop a funerali e cerimonie, le perdite erano ingenti, poi, per alcuni, un cambio di rotta, completamente insaspettato. E’ il caso di Enrico Bernardi, 49 anni, titolare della Floricoltura Bluflora di Quingentole, specializzato in coltivazioni di piante e fiori stagionali.

“Abbiamo recuperato le perdite – commenta – a marzo, all’inizio del confinamento, quando ancora non era stata consentita la possibilità delle consegne a domicilio, il settore florovivaistico è entrato in crisi, anche perché solitamente la primavera rappresenta almeno il 50% del nostro fatturato – racconta Bernardi -. Noi abbiamo interrotto la produzione a fine marzo per non incorrere negli invenduti e abbiamo ripreso nelle settimane successive, quando è stato possibile aprire il canale di delivery, sostenuto da ordini arrivati non solo via telefono, ma anche tramite Facebook”.

“Anche il settore florovivaistico – afferma il vicepresidente di Coldiretti Mantova, Fabio Mantovani – ha saputo con grande flessibilità cogliere l’opportunità dei social network come formula di approccio diretto a un pubblico più giovane e attento alla natura e all’ambiente. Purtroppo non in tutti casi il settore ha potuto beneficiare della svolta e, in particolare nel settore dei fiori recisi o le aziende orientate all’export, le difficoltà sono state maggiori”.

Il lockdown se da una parte ha stoppato le cerimonie, dall’altro ha spinto molte persone a curare l’orto, il giardino o il balcone, con nuovi adepti che si sono messi alla prova con il pollice verde e questo ha innescato il movimento del settore.

Bluflora ha anche omaggiato gli operatori dell’ospedale di Pieve di Coriano con 11 begonie a ciascun dipendente dell’Ospedale Destra Secchia di Pieve di Coriano, per un totale di 540 confezioni di fiori al personale dei reparti del presidio ospedaliero.

“Desideravo fare un omaggio a quanti, anche amici, si sono spesi in prima linea per questa emergenza – dice Bernardi -. Le avevo vendute tutte e le ho piantate appositamente, ma era il minimo riconoscimento per chi ha vissuto una battaglia quotidiana in ospedale”.