SAN BENEDETTO PO – Le indagini della Polizia Scientifica di Mantova proseguono senza sosta per identificare i responsabili dell’incidente avvenuto nella notte di Pasqua lungo la A22 del Brennero, e per chiarire le loro intenzioni. L’episodio, che ha visto coinvolta un’Opel Insignia, ha sollevato non poche preoccupazioni, dato il materiale esplosivo rinvenuto a bordo.
Dettagli dell’incidente e il ritrovamento
Poco dopo la mezzanotte e mezza, nel tratto autostradale tra Pegognaga e Mantova Sud, l’Opel Insignia è sbandata, schiantandosi contro il guard-rail nella corsia di sorpasso, a poca distanza dalla rampa del ponte sul Po, nei pressi di Portiolo. L’impatto, violentissimo, è stato causato, secondo le prime ricostruzioni, dallo scoppio di uno pneumatico posteriore destro. Ma è stato il contenuto dell’auto a destare maggiore allarme: gli agenti della Polstrada di Verona Sud avevano rinvenuto una decina di “marmotte”, ordigni esplosivi utilizzati per assaltare sportelli bancomat e postamat. Le “marmotte”, erano pronte all’uso, munite di fili elettrici e predisposte per un eventuale innesco tramite batteria.
L’auto e la fuga
L’Opel Insignia, su cui erano state apposte diverse targhe rubate, risulterebbe essere di proprietà di numerose società con sede nel nord Italia, che si sospetta possano essere utilizzate come prestanome. Una delle targhe apparterrebbe ad un residente di Pegognaga, vittima di furto. La banda, composta da almeno quattro persone, ha abbandonato il veicolo incidentato ed è fuggita a piedi, dileguandosi attraverso l’arginello sottostante, in direzione di Portiolo. Tuttavia i malviventi potrebbero essersi nascosti nelle vicinanze per un certo periodo, monitorando i movimenti delle forze dell’ordine intorno all’auto. Probabilmente per far perdere le loro tracce potrebbero essere riusciti a rubare un’altra auto.
Ipotesi: una tentata rapina?
L’ipotesi più accreditata è che la banda, considerata la pericolosità degli strumenti da scasso rinvenuti a bordo, tra cui alcuni picconi, stesse pianificando un colpo ai danni di una filiale bancaria o di un ufficio postale dotato di postamat. Questa teoria è avvalorata dai numerosi colpi e tentativi di furto messi a segno negli ultimi mesi ai danni di filiali Bper nel Reggiano e nel Modenese, e ai postamat degli uffici postali di Borgocarbonara, San Martino dell’Argine e Ceresara, nel Mantovano.
Gli investigatori stanno ora cercando di capire se esista un collegamento tra questi episodi. Sull’Opel Insignia non sarebbero state trovate borse o sacchi contenente denaro ma solo un secchio vuoto.
Le indagini sono in corso e si concentrano sull’analisi del materiale repertato nell’auto, nella speranza di isolare impronte digitali o tracce di Dna, nel caso qualcuno si fosse ferito nell’incidente, che possano condurre all’identificazione dei componenti della banda. Gli inquirenti stanno inoltre passando al setaccio i filmati delle telecamere di sorveglianza in entrata autostrada che nei comuni limitrofi, per ricostruire i movimenti della banda prima e dopo l’incidente.