La strana giornata dei mantovani a Palermo. E qualcuno è entrato al Barbera

MANTOVA – Lontani dal campo, vicini con il cuore. Si può riassumere così la strana domenica dei tifosi del Mantova, giunti in almeno 300 all’aeroporto “Falcone Borsellino” di Palermo ma costretti loro malgrado a restare lontani dallo stadio Barbera.

La trasferta era stata organizzata tempo fa, prima che i disordini di Modena e decisioni prefettizie la vietassero. I tifosi biancorossi, o meglio buona parte di loro, hanno voluto comunque prendere il volo verso il capoluogo siciliano e hanno passato una giornata tra Terrasini (gli ultras) e i quartieri del centro (il Centro di Coordinamento), tra una mangiata di pesce e la tensione per l’esito della partita.

Gli ultras, subito dopo essere scesi dall’aereo, hanno srotolato un lungo striscione recitante la scritta “Va contro ogni divieto la nostra passione… guardatela voi in televisione”, frase che richiama le motivazioni del Tar siciliano che aveva parlato di “interesse meramente ricreativo” a fronte della richiesta dei supporters biancorossi di poter entrare al Barbera. In verità qualcuno era già arrivato la sera prima a Palermo e aveva fatto una capatina all’hotel che ospitava i biancorossi per salutare la squadra e far sentire il proprio appoggio. Inoltre, i tifosi mantovani hanno avuto modo di raccogliere la solidarietà degli omologhi locali, i quali hanno fatto sapere di essere loro vicini nel contestare la scelta, ritenuta assurda, di non far entrare i mantovani allo stadio.

In verità qualche mantovano, al Barbera, è riuscito in qualche modo a entrarci e ha anche provato a sostenere la causa dei biancorossi in un match che ha regalato mille emozioni, con i padroni di casa in vantaggio alla fine del primo tempo, il Mantova che la ribalta a inizio ripresa e il rigore discusso con cui il Palermo strappa il pareggio grazie al quale mantiene tre punti di vantaggio sui biancorossi e quattro sulla zona playout.

Alla fine della “giornata particolare” dei tifosi biancorossi, per tanti è arrivata un’inattesa ricompensa nel momento in cui hanno incrociato la squadra all’aeroporto di Punta Raisi pronta per il viaggio di ritorno poco prima delle 18.30. Saluti, pacche sulle spalle, qualche coro: nonostante il divieto di trasferta, la missione è compiuta.