Maltrattamenti alla figlia minorenne, madre condannata a tre anni

Ex funzionario della Procura a processo. L'accusa:

MANTOVA – Per gli inquirenti sarebbe stata responsabile di atti persecutori perpetrati sia ai danni della figlia minorenne che dell’ex marito dal quale si era seprata giudizialmente. A processo, per il reato di stalking, era così finita una 44enne italiana residente nel Viadanese. I fatti a lei ascritti risalivano al periodo compreso tra il 2009 e l’inizio del 2012. Una vicenda iniziata dopo la scelta della ragazzina, all’epoca 15enne , di andare a vivere con l’altro genitore. Una decisione questa evidentemente mal digerita dalla madre; da qui, sempre secondo gli inquirenti, sarebbero quindi scaturiti gli episodi incriminati. Stando agli elementi probatori addotti al procedimento, tali condotte sarebbero state poste in essere dall’imputata in tre circostanze specifiche. In un primo caso aveva offeso pubblicamente la figlia all’uscita da scuola. Una seconda volta invece l’aveva presa a male parole in un bar della zona. In un’altra occasione infine le aveva detto, tramite sms, che quello con cui abitava in realtà non era il suo vero padre. Fatti questi che avevano provocato nell’adolescente un forte stato di prostazione psicologica. Alla donna inoltre era pure stato contestato l’incendio doloso dell’auto dell’ex marito. Questa mattina l’epilogo giudiziario di primo grado. Conclusa l’istruttoria dibattimentale il giudice Antonio Serra Cassano riqualificando il capo d’imputazione in maltrattamenti, ha quindi condannato la donna a tre anni di reclusione; a favore della parte civile riconosiuto anche un risarcimento di 20mila euro. La difesa ha già annunciato il ricorso in appello.