Maria Zuccati, antesignana della legge Basaglia

Maria Zuccati a fianco del sindaco Matteo Zilocchi

PEGOGNAGA – Molta eco, pur a distanza di giorni dall’avvenimento, continua suscitare a Pegognaga il conferimento della cittadinanza onoraria a Maria Zuccati, personalità quanto mai nota per l’impegno politico e nel sociale, della quale tuttavia non tutti conoscevano le gesta. E’ dalla sua viva voce che i pegognaghesi hanno appreso il valore di questa donna mantovana, che si é raccontata con naturalezza e senza esaltazione
«Emozionatissima ricevo questa onorificenza dal sindaco Matteo Zilocchi, che così conosco direttamente e posso abbracciare e dargli del “tu” in quanto cittadina onoraria del suo Comune. Faccio il bis, dato che dal 30 aprile 2019 sono cittadina onoraria di Borgo Mantovano! Il tu al sindaco di Borgo Mantovano, Alberto Borsari, è di lunga data e siccome è qui, abbraccio anche lui». Ha proseguito «I miei meriti? Rivendico un impegno nelle istituzioni molto convinto, continuato negli anni». Eletta in Provincia ed entrata in giunta «proprio nel collegio elettorale San Benedetto-Pegognaga, il più sicuro per eleggibilità, mentre ero segretaria provinciale dell’Unione donne italiane, che allora contava 17mila iscritte. Oggi l’archivio Udi è conservato nel Centro culturale Livia Bottardi Milani, affidato alle mani di Angelica Bertellini, ottima conservatrice, che ne ha saputo esaltare utilità e valore». A questo punto ha narrato aspetti decisamente non noti al gran pubblico, rimasto stupito e ammirato per l’energia espressa da una donna tanto esile, oltretutto in tempi socialmente difficili « Mi furono assegnati i due assessorati più difficili, problematici, delicati: il manicomio e l’assistenza all’infanzia; gli illegittimi, bambini non riconosciuti da entrambi i genitori o dalla sola madre, i bambini ciechi, sordomuti, con carenze psichiche, che però, essendo bambini, non potevano essere ricoverati in manicomio. Mi sono impegnata a fondo. Quando tornavo a casa dopo avere visitato un reparto del manicomio o un bambino ricoverato, sempre in lontani istituti, piangevo, non dormivo la notte. Non dovevo e non volevo cedere: mi mettevo in contatto con le famiglie, cercando di capire, di aiutare, di aumentare i sussidi, mi mettevo in contatto con i Comuni di provenienza, per concordare e rafforzare gli aiuti». Ed ecco la suspense quando ha rivelato «Circa il manicomio, poco tempo dopo il mio insediamento, con ufficio sul posto, è stato denunciato, arrestato, e sospeso il direttore “carceriere”. Determinante fu l’apporto dei medici, degli infermieri, persino delle suore, che allora seguivano i padiglioni femminili. Mantova fu una sorta di antesignana della legge Basaglia. Quasi che Mantova avesse fatto scuola». Ha concluso strappando calorosi e prolungati applausi «Mi rendo conto che vi sto raccontando cose dell’altro mondo… un mondo che non deve essere dimenticato comunque la pensiate: è la nostra storia!»

Riccardo Lonardi

 

 

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