MOGLIA – Sabato 4 ottobre 2025, alle ore 17, presso l’Ecomuseo delle Bonifiche di Moglia, si terrà un evento commemorativo in occasione dell’81° anniversario della morte del Maestro Alfeo Martini, figura simbolica della lotta per la democrazia, ucciso a San Giacomo Roncole insieme ad altri cinque partigiani dai militi della brigata nera di Mirandola.
Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro di Giovanni Telò, dal titolo “Cattolici e Ribelli. Storie della Resistenza nel Mantovano 1943–1945” (edizioni Il Rio), un’opera che getta nuova luce su un capitolo poco esplorato della storia locale. A dialogare con l’autore sarà Federica Gualtieri.
L’iniziativa è promossa dalla Pro Loco “Pompeo Coppini”, con il patrocinio del Comune di Moglia, e si inserisce nel più ampio percorso di valorizzazione della memoria storica e del patrimonio civile del territorio.
Il libro attraversa numerosi comuni della provincia – da Asola a Castel Goffredo, da Canneto sull’Oglio a Suzzara, passando per Moglia, Cavriana, Sustinente, Villa Poma, Acquanegra sul Chiese – riportando alla luce storie, episodi e personaggi spesso dimenticati.
Il Maestro Alfeo Martini
Residente a Moglia di Mantova, dove era insegnante, Alfeo collaborerà spesso con “I Piccoli Apostoli di Don Zeno”, manifestando i suoi forti sentimenti antifascisti e costituendo un forte collegamento fra la resistenza cattolica della Bassa Modenese e quella del Basso Mantovano. L’8 Settembre del 1943 sarà tra i membri promotori, nonché segretario del CLN di Moglia per conto della DC. Identificato e perseguitato fin dagli inizi, già all’ottobre è costretto a spostarsi in clandestinità, prima a Rolo, poi a Panzano, mantenendo forti legami con l’Opera piccoli apostoli. Arrestato e ferito nel febbraio del 1944, si ritroverà in stato d’arresto all’ospedale di Modena, da dove riuscirà a fuggire con l’aiuto di Don Elio Monari. Dopo un periodo passato nell’appennino e nella zona pedemontana con incarichi politici, si stabilirà a Casinalbo, in pianura, col nome fittizio di “Luigi Zanasi”, dove combatterà all’interno della Brigata “Italia”, che agirà nella provincia di Modena per conto del movimento cattolico e che saranno integrate nella 1^ Divisione “Modena Montagna” al momento della futura riorganizzazione. Scoperto affronterà l’arresto per non mettere in pericolo la famiglia che lo aveva ospitato. Sarà tra i 6 prigionieri scelti per l’impiccagione a San Giacomo Roncole, come rappresaglia per l’uccisione di due guardie tedesche in un operazione partigiana locale compiuta pochi giorni prima. Posti ad orribile interrogatorio, saranno impiccati con il fil di ferro ai pali della luce e agli alberi, e saranno lasciati alla pubblica esposizione fino al 2 di ottobre.