MANTOVA – “Serve invertire la rotta al più presto o sarà troppo tardi. L’area dell’Oglio Po ha perso il 10% dei residenti in 10 anni. Quasi nulla è stato fatto per sanare le pesanti problematiche nei collegamenti: strade e ferrovie sono da terzo mondo, con il risultato che i cittadini sono sempre più isolati. Il peso della programmazione versa esclusivamente sui Comuni che, lasciati soli, non hanno ovviamente la forza per rispondere a questioni che hanno carattere sovra locale e talvolta sovra provinciale e che possono essere solo di competenza della Regione. La visione Milano-centrica di Regione Lombardia ha dimenticato i territori, depotenziandoli e svuotandoli. Il risultato sono aree vaste sempre più isolate e private di servizi, a cui non è stato dato alcun supporto strategico e che, quindi, perdono pericolosamente competitività dal punto di vista residenziale e imprenditoriale. L’Oglio Po, come l’Oltrepò Mantovano, è tra queste con l’aggravante che qui non è arrivato nemmeno il riconoscimento (comunque tardivo e attualmente solo una promessa) di area interna regionale, né è stato fatto alcuno sforzo concreto da parte del governo regionale per dare impulso a un coordinamento tra gli enti locali e le realtà che lo compongono”. A lanciare l’allarme è Giovanni Buvoli, candidato consigliere regionale per il Partito Democratico, nella coalizione guidata da Pierfrancesco Majorino.
“L’idea di Lombardia che hanno, però, Fontana e Moratti (che con Fontana ha governato fino a ieri e ora si dissocia per ambizioni personali) è chiara: tutto è incentrato su Milano. I territori periferici sono visti quasi come superflui, non ci sono idee, strategie di rilancio. Lo dimostra chiaramente la situazione della sanità locale. Pur con la cosiddetta “riforma Moratti” sono arrivati soltanto spot. L’ospedale di Casalmaggiore non è mai stato supportato come punto di riferimento per il Viadanese e, anzi, permangono le difficoltà di un territorio a scavalco tra due Asst. L’ospedale di comunità di Bozzolo è stato formalmente inaugurato, ma non basta cambiare un’insegna: la carenza di personale è grave. Inaccettabile, poi, la mancanza di medici di base che sta mettendo in grave difficoltà migliaia di cittadini.
Quelle che lamenta l’Oglio Po sono problematiche complesse che richiedono, per prima cosa, un cambio di visione per cui la Lombardia non sia solo il suo centro, ma una valorizzazione delle tante identità territoriali che la compongono. Una visione che non è nei programmi di Fontana e Moratti”.