Operazione anti-immigrazione clandestina e caporalato: arrestati imprenditori di Poggio Rusco e Bondeno

POGGIO RUSCO – Nella mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Mantova, insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di due imprenditori italiani, un 39enne di Poggio Rusco e un 56enne di Bondeno, ritenuti responsabili, secondo l’ipotesi accusatoria, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Il provvedimento, disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Mantova su richiesta della Procura, rappresenta lo sviluppo dell’operazione condotta lo scorso 14 ottobre, quando una coppia di cittadini moldavi era stata arrestata con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina finalizzata allo sfruttamento lavorativo.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Mantova e condotte dai Carabinieri con il supporto dell’Europol, hanno permesso di ricostruire un sistema di reclutamento di oltre 50 lavoratori moldavi, attratti in Italia in condizioni di grave necessità. Secondo gli investigatori, i lavoratori venivano indotti a utilizzare documenti falsi che li facevano apparire come cittadini comunitari per poter essere formalmente assunti. Una volta in Italia, sarebbero stati impiegati in condizioni di sfruttamento presso aziende agricole, con orari di lavoro estenuanti, salari inadeguati, assenza di tutele sulla sicurezza e alloggi a pagamento in condizioni precarie.

Dalle attività di indagine sarebbe inoltre emerso un controllo costante sui lavoratori, sottoposti a sorveglianza e restrizioni nei movimenti, nonché un tentativo sistematico di inquinamento probatorio, con l’induzione a rilasciare false dichiarazioni agli investigatori in occasione dei controlli.

I Carabinieri hanno anche accertato che i due mediatori moldavi avrebbero favorito l’ingresso illegale di connazionali in Italia, inducendoli a procurarsi documenti falsi dopo il mancato ottenimento dei permessi previsti dal decreto flussi. Una volta giunti nel Paese, i lavoratori sarebbero stati impiegati presso due aziende agricole mantovane, legate ai due imprenditori italiani oggi indagati.

Il giudice, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto gli arresti domiciliari per l’imprenditore 39enne e il divieto di dimora nella provincia di Mantova per il 56enne. Secondo gli inquirenti, l’obiettivo dei due sarebbe stato quello di massimizzare i profitti aziendali sfruttando manodopera irregolare e vulnerabile, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori.

Dalle indagini risulta che le aziende coinvolte, entrambe operanti nella produzione di meloni e zucche a marchio Igp esportati anche all’estero, avrebbero ignorato le norme a tutela del benessere e della sicurezza dei propri dipendenti.

Il fenomeno del caporalato in agricoltura resta al centro dell’attenzione delle autorità locali. L’Arma dei Carabinieri di Mantova e il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto Roberto Bolognesi, hanno intensificato i controlli nel settore agricolo, con numerosi interventi già effettuati durante l’estate e ulteriori operazioni in programma nei prossimi mesi.