POGGIO RUSCO – Straziante addio, oggi, nella chiesa parrocchiale, gremita di gente, a Eleonora Bagoli, stroncata da un malore a soli 20 anni. La messa è stata officiata da don Juri Marinelli che nell’omelia ha ricordato con grande umanità e affetto la giovane diplomata al “Greggiati” da poco che e avrebbe presto iniziato a studiare all’università. Presente alle esequie anche il sindaco Fabio Zacchi.
“Oggi le parole sembrano non bastare ha detto don Juri nell’omelia – Davanti a una perdita così improvvisa e ingiusta, ci sentiamo tutti smarriti. Eleonora aveva solo vent’anni. Aveva sogni, progetti, relazioni, una vita che stava appena sbocciando. E invece, un malore l’ha portata via, lasciando un vuoto che nessuno sa colmare. Non è giusto. Lo sentiamo nel profondo. E quando il dolore è così forte, è naturale chiedersi dove sia Dio, se davvero ci sia, se ascolti. Ma oggi non siamo qui per dare risposte facili. Siamo qui per stare insieme, per raccogliere il dolore e trasformarlo in memoria viva”.
“Eleonora – ha continuato don Juri – non è solo una giovane che se ne è andata troppo presto. È una luce che ha brillato intensamente. Lo vediamo nei volti di chi è qui oggi, nei suoi amici, nella sua famiglia, in chi l’ha conosciuta e amata. Ha lasciato un segno. Ha donato sorrisi, affetto, presenza. E questo non si cancella”.
La giovane, qualche hanno fa aveva perso la mamma: “C’è un’immagine che consola – ha detto ancora don Juri – Eleonora riposerà accanto alla sua mamma. La morte le aveva separate, ora le riunisce. È dolce pensare che si siano ritrovate, che si stringano forte, che siano insieme in una pace che non conosce più dolore. In questi giorni il padre Andrea con la compagna Monica hanno mostrato una forza che commuove. Hanno aperto la loro casa, il loro cuore, hanno accolto, abbracciato, sostenuto. Hanno testimoniato che l’amore, anche nel dolore più profondo, può essere più forte di tutto. E questo è un messaggio che vale per tutti, credenti e non”.
Il parroco si è poi rivolto ai tanti amici presenti in chiesa: “E ora, una parola per voi giovani. So che siete sconvolti. Quando muore una coetanea, tutto sembra perdere senso. Ma non lasciate che questa tragedia vi rubi la voglia di vivere. Non lasciate che la morte abbia l’ultima parola. Se Eleonora potesse parlare oggi, vi direbbe: “Vivete. Amate. Non sprecate il tempo. Non abbiate paura di dire ‘ti voglio bene’. Costruite cose belle.” Il modo più vero di ricordarla è questo: vivere con intensità, con autenticità, con amore. Tenete accesa la luce che lei ha acceso in voi. Noi non abbiamo risposte che cancellano il dolore. Ma abbiamo la certezza che la vita non finisce nel nulla. Che ciò che è stato vero, bello, profondo… resta. E che l’amore, quello vero, non muore mai. Eleonora – ha concluso il parroci – ci è stata strappata troppo presto. Ma la sua vita continua. In chi l’ha amata, in chi la ricorda, in chi oggi sceglie di vivere meglio grazie a lei. Fate della sua vita un seme. Non lasciate che il buio vinca. Accendete la luce. Tenetela accesa. Perché l’amore non muore mai”.
Un compagno di classe ha letto un messaggio a nome anche dei docenti. Fuori dalla chiesa altro momento straziante: il lancio di palloncini bianchi e la canzone di Irama “Ovunque sarai” durante la quale nessuno è riuscito a trattenere le lacrime.
Eleonora si era spenta all’ospedale Civile di Brescia, poco dopo il ricovero. Si era sentita male in casa nella notte tra venerdì e sabato scorsi: la centrale operativa aveva mobilitato ambulanza e automedica oltre all’elisoccorso decollato da Brescia, che ha poi provveduto al trasporto d’urgenza in ospedale. Ma purtroppo non c’è stato più nulla da fare.