ACQUANEGRA SUL CHIESE – Questa sera si riunisce il consiglio provinciale di insediamento, ma il gruppo di minoranza “Mantova Provincia Unita” al termine dell’ordine del giorno presenterà la sua prima interpellanza, che verrà poi discussa nella seduta successiva. Argomento: lo stato di avanzamento del progetto del ponte provvisorio tra Acquanegra sul Chiese e Calvatone, un’opera che secondo il capogruppo e sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio “non può più attendere”.
La vicenda è nota e a dir poco annosa. Senza andare troppo indietro nel tempo, basterà ricordare che il manufatto che poggia da un lato sulla sponda mantovana e sull’altro sulla sponda cremonese è chiuso da oltre 16 mesi, con grave danno per i cittadini, i negozianti e le imprese, riunitisi in un comitato che ha raccolto oltre 2.500 firme, ma anche per i presidi sanitari locali, visto che sorge tra quello di Asola e quello di Bozzolo.
Venerdì scorso presso la Provincia di Cremona si è tenuto un incontro tra il presidente Roberto Mariani, il vice Luciano Toscani, i sindaci di Calvatone Valeria Patelli e di Bozzolo Giuseppe Torchio, alla presenza dei rappresentanti del Comitato per il Ponte tra Acquanegra e Calvatone Alvaro Busi ed Enrico Tavoni. In quella occasione la realizzazione dell’opera è stata definita “priorità di mandato”.
Della progettazione, del suo affidamento, dello stato delle cose insomma, però, i consiglieri provinciali non hanno notizie ed è proprio per capire tutto questo che hanno avanzato l’interpellanza in consiglio provinciale. “La progettazione, per quanto ne sappiamo, è stata affidata alla Provincia di Cremona – afferma Torchio – ma sappiamo anche che l’Ente deve affidare la fase progettuale all’esterno. Non sappiamo però quali siano le tempistiche e, dopo oltre 16 mesi di chiusura dell’importante arteria, crediamo sia giunto il momento di agire”.
L’idea condivisa dagli enti coinvolti – le due province e Regione Lombardia – è di posare un ponte temporaneo, un ponte bailey per la precisione, di quelli utilizzati dall’esercito ma sempre più utili alle amministrazioni locali per tamponare le situazioni di emergenza. E questa, indubbiamente, lo è. Di un ponte bailey, ad esempio, si era parlato negli anno scorsi per la chiusura del ponte sul canale Ceriana a San Matteo delle Chiaviche, ma poi la Provincia di Mantova aveva accelerato i tempi e riconsegnato il manufatto originale in poco tempo, dopo averlo messo in sicurezza.
Per il ponte tra Calvatone e Acquanegra, invece, si tratta di agire su un doppio binario. La richiesta più stringente è quella di una riapertura che sia più rapida possibile, e in tal senso il ponte provvisorio è l’unica soluzione che può fornire garanzie. L’accordo raggiunto tra province e Regione prevederebbe uno stanziamento di 750mila euro ciascuno per raggiungere l’obiettivo (la Provincia di Mantova nei giorni scorsi parlava di 800mila euro accantonati allo scopo). Mancano però, come detto, le tempistiche e, dopo circa un anno e mezzo di chiusura al traffico, le minoranze pressano.
L’altro binario è quello che riguarda il ponte definitivo: l’intenzione, a quanto pare, è di abbattere la struttura esistente, vecchia e superata, per insediarne una nuova di zecca. In estate si era parlato di accelerazione dei tempi. Ma anche qui di certezze assolute sembrano non essercene se “Mantova Provincia Unita” conclude l’interpellanza chiedendo “quali prospettive esistano e con quali risorse per la realizzazione del ponte definitivo di collegamento tra le due province”.