BOZZOLO – Oltre trecento persone quotidianamente al lavoro tra operai, autisti e tecnici, con la prospettiva di un’ulteriore crescita dovuta all’apertura di nuovi fronti di lavoro. E’ sempre più in fermento il cantiere del raddoppio ferroviario Piadena-Mantova, la più imponente opera infrastrutturale attualmente in corso tra le province di Mantova e Cremona, prima tratta funzionale del più ampio progetto di collegamento a doppio binario tra la città di Mantova e Codogno.

Opera strategica da quasi 850 milioni di euro, commissionata da Rfi, Rete ferroviaria italiana, con la direzione lavori di Italferr (entrambe società del Gruppo Fs) e affidata al Raggruppamento di imprese costituito dalle aziende Pizzarotti, Saipem, Icm e Salcef, che darà nuovo impulso all’economia e alla vita di un bacino di utenza di circa 100mila abitanti.
Attualmente procede la realizzazione degli otto cavalcaferrovia, dei tre sottopassi e di una galleria artificiale che consentiranno l’eliminazione di tutti i passaggi a livello. In particolare, per il cavalcaferrovia della strada provinciale 67 a Marcaria, in questi giorni sono partite le attività di assemblaggio della campata metallica che scavalca la ferrovia. In corso anche le attività di realizzazione del rilevato ferroviario per il doppio binario tra Bozzolo e Castellucchio.

Proseguono nel frattempo e in parallelo anche le ricerche del convoglio ferroviario inabissatosi nel fiume Oglio durante la Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel 1944. Mentre il carrello è stato ritrovato e portato a riva nel corso delle ultime settimane, anche grazie all’abbassamento del livello del fiume, del relitto della locomotiva non si hanno ancora tracce. Prende sempre più corpo, pertanto, la possibilità di cui avevamo già scritto un mese fa, ovvero che – come riporta un giornale dell’epoca – la locomotiva sia stata recuperata dalle acque dell’Oglio tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta. Di quell’ipotetica operazione resta appena un ritaglio di giornale, ma nessun’altra traccia nella memoria popolare. Un mistero che, per ora, rimane tale.