San Giacomo Segnate, allarme sul futuro della PAC: tagli, sfide e nuove strategie

SAN GIACOMO DELLE SEGNATE – Un possibile taglio del 24% ai fondi della Politica Agricola Comune (PAC), che per l’Italia significherebbe una perdita di circa un miliardo di euro all’anno per sette anni, rischia di mettere in seria difficoltà il comparto agricolo nazionale. A questo si aggiungono timori per la perdita di autonomia del settore, legati alla proposta di un fondo unico europeo, e l’eventualità dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, dove le aziende agricole hanno una dimensione media di 15.000 ettari, ben lontana dalla struttura frammentata dell’agricoltura italiana.

A delineare questo scenario complesso e preoccupante è stato il convegno tenutosi ieri sera a San Giacomo delle Segnate, promosso dal vicesindaco e assessore all’Agricoltura Alberto Ruberti, con la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, del professor Gabriele Canali, economista agrario dell’Università Cattolica di Piacenza e Cremona, e della consigliera europea Caterina Avanza, membro del Gruppo Renew e segretaria generale del Gruppo della Zootecnia Sostenibile.

«Negli ultimi cinquant’anni la PAC ha rappresentato un vero e proprio motore di sviluppo per l’agricoltura europea, con ricadute positive anche sul piano sociale», ha sottolineato il professor Canali. «Il taglio annunciato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, va contrastato con decisione. Ma è altrettanto urgente individuare strategie di spesa più efficaci, migliorare l’organizzazione delle filiere e valutare una redistribuzione delle risorse, spostando parte degli aiuti diretti verso l’Organizzazione Comune di Mercato».

Un’ipotesi che potrebbe trovare spazio nella programmazione della PAC 2028–2034, come ha evidenziato l’assessore Alessandro Beduschi, reduce da una missione a Bruxelles per sollecitare risposte su dossier ancora aperti, tra cui la questione nitrati e l’adozione delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). «Ci opponiamo con forza a qualsiasi taglio della PAC», ha dichiarato Beduschi. «L’agricoltura non ha bisogno di ideologie, ma di scelte coraggiose. Serve una maggiore regionalizzazione e un impegno concreto per sostenere i giovani agricoltori e le aree svantaggiate, che rischiano l’abbandono».

Dal Parlamento europeo, Caterina Avanza ha ribadito l’importanza di sostenere la zootecnia come pilastro strategico dell’agricoltura e ha ricordato che il negoziato sulla PAC è ancora in corso. «Al momento si tratta di una proposta della Commissione, che ha già ricevuto il dissenso del Parlamento», ha spiegato. «Non dimentichiamo che, grazie alla PAC, l’Unione Europea è diventata il primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari. Dobbiamo continuare a incentivare l’agricoltura, proteggere gli agricoltori dal rischio dumping e chiedere reciprocità nei commerci internazionali».

Il convegno ha messo in luce anche le sfide interne che il settore agricolo deve affrontare: cambiamenti climatici, difficoltà nel ricambio generazionale, invecchiamento degli imprenditori e rischio di abbandono delle aree montane. Tutti elementi che impongono una nuova visione dell’agricoltura europea, capace di coniugare sostenibilità, competitività e inclusione