Sanità, il consiglio regionale boccia il progetto di legge di iniziativa popolare 

Si del Consiglio regionale al referendum sulla legge elettorale. Fiasconaro M5S:

MILANO – Non passa il progetto di legge n°96 di iniziativa popolare che intendeva modificare la normativa regionale sulla sanità: è quanto prevede la delibera (relatore Giulio Gallera, FI) già approvata dalla Commissione Sanità e oggi confermata dal Consiglio regionale con 39 voti a favore, 23 contrari, nessun astenuto.

Il documento evidenzia che “il progetto di legge si limita a riaffermare principi costituzionali già operanti senza aggiungere elementi di discontinuità o miglioramento rispetto al sistema attuale”, con l’eccezione della “soppressione dell’equivalenza tra pubblico e privato, da sempre uno degli elementi qualificanti del modello lombardo e che consente benefici concreti come l’ampliamento e la qualità dell’offerta, l’attrattività verso l’utenza extraregionale, la maggiore efficienza e capacità di risposta ai bisogni emergenti”.
In conclusione, afferma infine la delibera, “il ridimensionamento del ruolo dell’equivalenza appare non necessario e potenzialmente dannoso”.

CARRA (PD): “LA DESTRA HA CHIUSO LA PORTA IN FACCIA A 100MILA LOMBARDI”
“Con la bocciatura della nostra proposta di Legge la destra ha chiuso le porte in faccia a oltre 100 mila cittadini e cittadine che hanno firmato questa proposta e a moltissimi altri che hanno coltivato l’aspettativa e l’ambizione che oggi potesse cambiare qualcosa: purtroppo tutto questo non è accaduto. Si riaffermano le distinzioni profonde tra noi e il centrodestra, il pacchetto della nostra proposta rappresentava un’alternativa concreta”. Lo dice Marco Carra, consigliere regionale del Pd, a margine della votazione della maggioranza al non passaggio all’esame degli articoli della proposta di Legge di iniziativa popolare del Partito Democratico, arrivata oggi in Aula consiliare.
“Noi, attraverso questa proposta di Legge, abbiamo dichiarato guerra alle liste d’attesa e cioè al superamento dell’odioso ricatto al quale sono sottoposti i nostri cittadini – prosegue Carra – ‘hai i soldi? Ti curi. Non hai i soldi, non ti curi’. Con la nostra proposta di Legge abbiamo rimesso al centro la prevenzione, la medicina territoriale, il superamento dell’equivalenza tra pubblico e privato. Per noi il governo della sanità deve essere saldamente nelle mani pubbliche. Il privato è importante, ma complementare al pubblico, non sostitutivo come accade oggi”.
Chiedevamo anche un ruolo diverso per gli amministratori locali, per le conferenze dei sindaci, per le organizzazioni sindacali e di categoria, per i Comitati che sono nati a tutela dei presidi ospedalieri poiché oggi contano nulla nella programmazione delle politiche sanitarie – prosegue Carra – sarebbe stato un fatto significativo recuperare questo ruolo, importante per le aree più periferiche e aree interne. Ci sono elementi e margini concreti per cambiare – conclude Carra – e per questo noi continueremo la battaglia sulla sanità che porteremo avanti con grande determinazione”.

CAPPELLARI (LEGA): “PROPOSTA STRUMENTALE. MODELLO LOMBARDO E’ SUPERIORE A REGIONI ROSSE, VA MIGLIORATO CON AUTONOMIA” 

“Oggi in aula abbiamo affrontato il progetto di legge di iniziativa popolare sulla sanità presentato dalle opposizioni, in primis dal Pd, verificando l’assoluta inconsistenza e strumentalità di tale progetto, che non introduceva niente di nuovo e mirava semplicemente a colpire il modello misto pubblico-privato del nostro sistema regionale. Un progetto di legge che serviva unicamente a carpire in buona fede le firme dei cittadini, visto che tre punti su quattro delle loro richieste sono già presenti da tempo nella legislazione lombarda: infatti i principi di universalità del servizio, di centralità della prevenzione e di priorità dei servizi territoriali sono già alla base della nostra sanità, che ogni anno eroga oltre 6 milioni di prestazioni, comprese 109mila urgenze gestite entro 72 ore” dichiara Alessandra Cappellari della Lega, Consigliere Segretario del Consiglio Regionale.

“Chi attacca il modello lombardo appartiene spesso a forze politiche che nelle regioni in cui governa ha tagliato i servizi e creato disavanzi. La nostra sanità è invece un’eccellenza riconosciuta e non può essere messa in discussione da chi vorrebbe riportarci indietro con ideologie superate” – prosegue la Cappellari – “Sappiamo che esistono criticità, ma sono il frutto di anni di tagli nazionali (36 mld in meno con i governi di centrosinistra tra il 2012 ed il 2018): serve soprattutto l’autonomia, che permetterà di trattenere risorse e valorizzare i professionisti” conclude.