“I diritti del lavoratore non possono ledere quelli dei cittadini. Quando il fondamentale lavoro del sindacato si trasforma in azione meramente politica, i primi a pagarne il prezzo sono proprio tutti coloro che il sindacato dovrebbe rappresentare. E questo “non sciopero-generale” indetto e organizzato dalle sole Cgil Uil e, non dalle altre confederazioni come Cisl e Ugl, ha proprio questo sapore: una scalata ostile dell’opposizione politica, a vuoto di idee e azioni”. A dichiararlo il deputato mantovano della Lega Andrea Dara che continua: “Ma c’è anche di più, su cui voglio essere chiaro: opporsi ad una indiscriminata astensione dal lavoro per otto ore, in settori come quello dei trasporti, guarda caso in un ennesimo venerdì, mancando i presupposti legali per lo sciopero generale (come certificato dal garante in materia già il 9/11, ben prima della decisione del ministro dei trasporti, che ne è conseguenza), non è negare un diritto, sacrosanto, ma difendere quello più complessivo dei cittadini / utenti”.
“Accusare il segretario del mio partito di squadrismo liberticida è, questo si, squadrismo mediatico interessato, funzionale a manovre politiche. Tanti elettori della Lega sono iscritti al sindacato, Cgil compresa e, per noi il diritto alla organizzazione e allo sciopero è un diritto costituzionale fondamentale, a patto, però, che rispetti regole e leggi, frutto della concertazione tra le parti. Di contro, diventa un’azione lesiva della stessa cultura democratica” continua Dara.
“Ha ragione il Segretario generale della Cisl quando sottolinea che fare indiscriminato ricorso allo sciopero significa sminuirne il valore e il senso. Nessuno, tanto meno io e il mio partito, vuole negare il dissenso, anzi! Questa manovra economica, ancora in itinere, è la figlia della più ampia concertazione e non abbiamo la presunzione di non scontentare nessuno: in democrazia, la responsabilità di governo presuppone delle scelte. Ma il negare la stessa, frutto del voto popolare, e con esso l’esercizio delle leggi e dei regolamenti condivisi, attraverso gli insulti e forzature non è dissenso, ma scelta politica a prescindere. E questo non fa onore al sindacato e non fa gli interessi di chi dovrebbe rappresentare” conclude il parlamentare mantovano.