Sciopero dipendenti farmacie private: Fisascat Cisl chiede aumenti adeguati e rinnovo del contratto

MANTOVA – In occasione dello sciopero nazionale dei dipendenti delle farmacie private, promosso da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, è intervenuta la segretaria della Fisascat Cisl Asse del Po, Fabiana Forattini, per ribadire le ragioni della mobilitazione e chiedere un cambio di passo nella trattativa con Federfarma.

“Lo sciopero di oggi dimostra che la misura è colma – ha dichiarato Forattini –. Federfarma continua a proporre aumenti di stipendio insufficienti, circa 180 euro lordi, una cifra che non riconosce il valore della professione e non tiene conto dell’aumento del costo della vita. La nostra richiesta è chiara: almeno 350 euro lordi in più al mese per restituire dignità economica a chi ogni giorno garantisce un servizio essenziale ai cittadini.”

La rappresentante sindacale ha sottolineato anche il crescente carico di responsabilità che grava sui farmacisti impiegati nelle strutture private. “Oggi la figura del farmacista – ha aggiunto – è chiamata a svolgere mansioni aggiuntive, dalla prenotazione di esami ai tamponi fino all’assistenza personalizzata, senza però un adeguato riconoscimento contrattuale. Il contratto nazionale va aggiornato: servono progressioni di carriera e una reale valorizzazione delle competenze.”

Forattini ha evidenziato come il problema sia già evidente anche a livello locale. “Nel territorio mantovano e nell’Asse del Po – ha spiegato – assistiamo a una crescente fuga di professionisti verso altre regioni, dove vengono offerti stipendi più alti e persino alloggi gratuiti per i primi anni di lavoro. Se qui non garantiamo condizioni dignitose, le farmacie private faranno sempre più fatica a trovare farmacisti disponibili.”

La segretaria della Fisascat Cisl ha infine rivolto un appello a Federfarma, chiedendo un’accelerazione nella trattativa per il rinnovo del contratto. “La disponibilità al confronto c’è – ha concluso – ma ora servono risposte concrete e immediate. Non possiamo permettere che un presidio fondamentale per la salute pubblica venga indebolito da offerte al ribasso e dalla svalutazione del personale”.