Stop del Cts: no a ristoranti aperti la sera in zona gialla, fissate solo le nuove regole

Stop del Cts: no a ristoranti aperti la sera in zona gialla, fissate solo le nuove regole
Non c’è alcun via libera del Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura. Nel verbale della riunione del Cts del 26 gennaio 2021 vi sono indicate, anzi, alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive adeguandole alle caratteristiche strutturali dei locali e alla tipologia del servizio reso”.
Lo fa sapere lo stesso Cts in una nota, smentendo la notizia di un parere positivo circolata nelle ultime ore riportata dal Corriere della Sera, e poi rilanciata dalle altre testate giornalistiche, a cui subito si è accodato il governatore Giovanni Toti, che su Facebook ha scritto: “Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione: è arrivato finalmente il parere favorevole del Comitato Tecnico Scientifico e speriamo che si possa partire al più presto“.
La richiesta di un parere sull’ipotesi di riaprire i ristoranti fino alle 22 era arrivata dal Ministero dello Sviluppo economico dietro la spinta delle associazioni di categoria. Gli esperti rimandano in ogni caso la decisione finale “al governo“, così come avvenuto dall’inizio dell’epidemia.
“Una rimodulazione dei pacchetti di misure potrebbe modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio” spiega il Cts che poi aggiunge: “In ogni caso, sempre relativamente ai rischi, “andrebbero considerate le diverse tipologie dei pubblici esercizi, distinguendo” tra ristoranti e bar”. 
Gli scienziati ricordano inoltre che la situazione epidemiologica attuale, “pur mostrando una lieve diminuzione dell’incidenza nel Paese, evidenzia ancora un rischio moderato/alto con un elevato impatto sui servizi assistenziali nella maggior parte delle regioni e province autonome”. E sottolineano come il settore della ristorazione “presenta alcune criticità connesse all’ovvio mancato uso” delle mascherine, con “potenziale aumento del rischio in presenza di soggetti asintomatici”.
Ci sono poi due ulteriori fattori che richiedono “altri elementi di cautela” nelle scelte da fare “prima di adottare ulteriori allentamenti delle misure di contenimento”. Il primo è la ripresa delle scuole in presenza, per il quale bisognerà attendere almeno 14 giorni per valutarne l’impatto; il secondo è correlato “all’andamento in Europa della pandemia, che rimane a livelli di alta circolazione registrando, tra l’altro, una possibile maggiore trasmissibilità” dovuta alle varianti del virus.
Dunque nessun via libera alle cene ai ristoranti in zona gialla, così come aveva auspicato tra l’altro il governatore lombardo Attilio Fontana che sperava in un ok al provvedimento già dal 5 marzo, data di scadenza del dpcm in vigore. Ad auspicarlo è stato anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri in una intervista a Radio Popolare: “Lo sostengo da molti mesi, credo che i ristoranti possano essere riaperti, in zona gialla, in sicurezza e con controlli rigidi fino alle 22. “Sicuramente per le zone Gialle  credo che l’indirizzo sarà quello di tenere aperti i ristoranti alla sera” ha dichiarato Sileri.