Torna l’idea dell’ Accademia Nazionale d’Arte Muraria a Villa Galvagnina

Una delle sale interne di Villa Galvagnina

PEGOGNAGA – Idea! Creare a Villa Galvagnina l’Accademia d’Arte Muraria. E’ un progetto che risponderebbe a due urgenti necessità: salvaguardare un immobile storico-artistico; elevare la professionalità degli operatori edili.
Alla sua realizzazione l’imprenditore edile pegognaghese Federico Merli, oggi a riposo, andò molto vicino negli anni ottanta, quando come esponente della Cna, con la collaborazione di vari enti, diede vita a Villa Galvagnina a corsi d’arte muraria, grazie ai quali furono nel contempo apportati interventi di restauro conservativo all’immobile. Purtroppo i corsi non ebbero seguito negli anni, nonostante si fossero create tutte le condizioni favorevoli, a cominciare dalla proposta del Comune di Mantova, proprietario della Villa, di concessione d’uso per un lasso di tempo di 99 anni al Consorzio Mantovano Artigiani Edili, che come contropartita avrebbe dovuto conservare l’immobile. Oggi Merli, dispiaciuto nel non vedere ancora alcun intervento restaurativo alla Villa, ripropone la propria idea affinandola in Accademia d’Arte Muraria,
«Si potrebbero coinvolgere tutto il comparto edilizio e le istituzioni, il Comune di Mantova, il Centro Formazione Professionale diretta emanazione di Regione Lombardia, la Scuola Edili SPAE–ANCE, la Soprintendenza alle Belle Arti, l’Università, i consorzi edili, le associazioni di categoria, gli studi professionali. Si formerebbe così un gruppo di lavoro che getti le basi per la creazione dell’Accademia». Nell’arco della vita imprenditoriale Merli ha costato che il comparto edilizio necessità di salvaguardare «Il “sapere delle mani”, ovvero la capacità di intervenire dove e come operare su edifici di pregio. E’ preparando maestranze con grande professionalità che si riesce a salvaguardare il nostro bene più prezioso: la nostra Arte, i nostri monumenti. Per il mestiere di muratore è impellente sapere come indirizzarsi verso nuovi modi di operare, senza perdere la sapiente manualità artigiana delle origini». Proposta che Merli avanza tramite pubblica lettera.

Riccardo Lonardi