GOITO – Una piattaforma in grado non solo di tradurre simultaneamente un discorso da una lingua all’altra con latenza inferiore ai 200 millisecondi, ma anche di scegliere le parole adatte sulla base del contesto e dell’argomento della conversazione, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. A realizzarla è Matteo Pelosi, sviluppatore 34enne di Goito che presenterà Hi70 – questo il nome della start-up – in novembre al Web Summit di Lisbona.
L’idea del giovane goitese, che dopo quasi un decennio come dipendente di importanti aziende del settore anche all’estero ha deciso di mettersi in proprio, è quella di rendere ancora più semplici le comunicazioni tra team internazionali. Con un anno e mezzo di lavoro alle spalle, Hi70 è attualmente in fase di test da parte di oltre 1.200 professionisti iscritti che stanno testando la soluzione.
“L’idea di Hi7O – spiega Pelosi – nasce dopo anni passati a lavorare in team internazionali, spesso in ambienti tecnici dove anche chi parla un ottimo inglese può trovarsi in difficoltà a capire veramente ciò che si vuole dire. Le sfumature si perdono, il contesto tecnico si smarrisce e il rischio di fraintendimenti è sempre dietro l’angolo. Ho voluto costruire uno strumento che non si limitasse a tradurre parole, ma che aiutasse davvero le persone a capirsi nel concreto, anche durante una riunione o una formazione tecnica. Non è solo un progetto di AI: è una risposta a un reale problema umano”,
“Non pensiamo solo ai manager in videoconferenza: Hi7O – continua Matteo Pelosi – è utile anche nelle comunicazioni interne, ad esempio in un’azienda industriale dove operai stranieri devono comprendere norme di sicurezza o istruzioni operative. Dare loro la possibilità di ascoltare nella propria lingua non è solo una questione di efficienza: è un passo verso un ambiente di lavoro più inclusivo e sicuro”.
Hi7O sfrutta un sistema avanzato di traduzione vocale simultanea con latenza inferiore ai 200 millisecondi. A differenza dei traduttori tradizionali, il sistema interpreta il contesto professionale della conversazione, restituendo un messaggio coerente, naturale e comprensibile. Il motore combina machine learning, architetture a microservizi e una logica di traduzione sinottica, ovvero focalizzata sul significato contestuale piuttosto che sulla traduzione letterale.
Come funziona nella pratica? Ogni partecipante a una call può parlare nella propria lingua madre e ricevere l’audio tradotto nella lingua preferita, in tempo reale e con un flusso che si adatta dinamicamente al tono e al lessico del dialogo. Hi7O offre anche uno strumento proprietario per le chiamate, già integrato nel SaaS, e sarà compatibile con piattaforme esistenti come Zoom, Google Meet e Microsoft Teams. Tutto è protetto da end-to-end encryption, per garantire sicurezza e privacy.
La fase di test sta procedendo spedita, l’idea del Ceo goitese è di rendere Hi70 disponibile a partire dal 2026.