MANTOVA – “Elevati profili di rischio connessi all’accesa rivalità tra le due tifoserie”. Questa la motivazione che si legge nella nota inoltrata dal Mantova Calcio, in merito alla decisione di vietare la trasferta ai tifosi del Mantova per il match in programma domani pomeriggio al “Briamasco” tra Trento-Mantova. Di seguito la nota apparsa sui canali del Mantova Calcio:
“Con decreto prefettizio ricevuto in data odierna, si comunica in via ufficiale il divieto di vendita dei tagliandi relativi alla partita Trento – Mantova, in programma domani, sabato 23 marzo alle ore 14 allo stadio Briamasco, ai residenti nella provincia di Mantova”.
La motivazione di questo divieto sarebbe da circoscrivere all’accesa rivalità dovuta a un contatto tra le due tifoserie, che risale a parecchi anni fa. Ed è anche per questo che lo scorso anno, venne vietata la trasferta a Trento, sempre ai tifosi del Mantova. Accesa rivalità che però non è stata presa in occasione del match d’andata. Eppure in quell’occasione, nessuno ha vietato la trasferta ai tifosi trentini, che sono giunti in città già dal mattino, sfilando per le vie del centro, scortati poi allo stadio dalle forze dell’ordine. Accesa rivalità, ben più elevata tra mantovani e padovani, eppure in occasione di Padova-Mantova, dello scorso gennaio, non ci fu nessun divieto per i quasi 1.500 tifosi virgiliani, nonostante i tafferugli dello scorso anno a Mantova. Insomma, è comprensibile che il tifoso mantovano faccia fatica ad accettare e a capire i motivi per cui non potrà accedere allo stadio. Una decisione, questa, che arreca anche un danno economico alla società Trento.
E ora cosa faranno i tifosi del Mantova? Essendoci il divieto di trasferta, chi si recherà a Trento, identificandosi come tifoso, anche in zone distanti dallo stadio, e non come cittadino (ci mancherebbe altro) può essere soggetto a daspo. Ieri gli appelli da parte di Possanzini, Piccoli e Botturi a tutti i tifosi del Mantova ad agire con responsabilità.