Viadana, i Ris prelevano dal garage tracce biologiche. Al vaglio anche impronte di piedi

VIADANA – Tracce biologiche prelevate per essere analizzate in laboratorio e impronte di piedi su cui verranno effettuate perizie per capire a chi appartengono. Su questa doppia pista si sono concentrati questa mattina gli accertamenti tecnici scientifici effettuati dal personale del Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Parma all’interno del garage di via Callas che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il teatro del femminicidio della 42enne Maria Campai.

I carabinieri del Ris di Parma sono rimasti all’interno del box di proprietà della famiglia del 17enne indagato (e che questa mattina è stato interrogato a Brescia per la convalida dell’arresto) per oltre tre ore, fino alle 12.30 circa, analizzando con i loro sofisticati strumenti ogni superficie e ogni oggetto in esso contenuto. Le analisi che verranno effettuate nelle prossime settimane potranno gettare ulteriore luce su quanto sarebbe accaduto là dentro.

I luoghi del 17enne

Soltanto pochi metri più in là, dietro una recinzione in parte nascosta da un grande cespuglio, sorge il giardino dove il ragazzo avrebbe occultato per una settimana il cadavere della 42enne. Il parco sorge all’interno di una villa abitata fino a un anno fa circa da un professore. Il corpo di Maria Campai, sul quale l’assassino avrebbe buttato soltanto un tappeto di foglie, sarebbe stato posizionato in un angolo particolarmente riparato della proprietà, cosicché dalla strada era impossibile scorgerlo. La routine quotidiana del giovane di origini albanesi era tutta racchiusa entro poche centinaia di metri: le scuole che frequentava, l’Itis “Sanfelice”, distano pochissimi minuti a piedi; la palestra in cui si allenava sorge poco fuori dal centro, lungo una delle vie di comunicazione più importanti di Viadana. E poi c’è la pizzeria “Il Principe”, uno dei luoghi di ritrovo degli studenti del posto. Il proprietario passa davanti alla casa del delitto e, incalzato dai giornalisti, ammette di ricordare quel 17enne: “veniva spesso a mangiare la pizza, di solito da solo”.

Le ricerche e il ritrovamento

Il titolare della pizzeria racconta anche che, nei giorni successivi alla scomparsa della donna, lui e altre persone della zona avevano notato un’auto con su alcune persone (forse quattro) compiere in continuazione il giro dell’area in cui Maria Campai era scomparsa, transitando a bassa velocità, a mo’ di perlustrazione. Qualcuno, fraintendendo le intenzioni, aveva deciso di avvisare i carabinieri. Si trattava però dei parenti della donna, impegnati senza sosta nelle ricerche. Pare che, in preda alla disperazione per il fatto di non avere più sue notizie, avrebbero anche iniziato a suonare ai citofoni delle abitazioni del quartiere Orefice, nella zona dietro l’Auditorium, chiedendo se qualcuno sapesse o avesse visto qualcosa. Per quanto riguarda il ritrovamento del cadavere, invece, il tenente colonnello Giorgio Feola questa mattina rispondendo alla domanda se potesse confermare che era stato il 17enne a indicare il luogo in cui si trovava il cadavere, ha risposto che era stato “anche” lui. Questo farebbe supporre che forse giovedì scorso qualcun altro potesse aver notato il corpo senza vita oltre la staccionata, o si fosse insospettito per altri motivi. In ogni caso, sulla base delle indicazioni ricevute, sono stati poi i carabinieri della Compagnia di Viadana a scoprire il corpo senza vita della 42enne residente nel Parmense.

Una comunità sotto shock

Nel frattempo la comunità di Viadana osserva con sgomento l’avanzamento delle indagini. In diversi si fermano a osservare il capannello di giornalisti ormai onnipresenti di fronte al condominio in cui sarebbe avvenuto il femminicidio. Qualche metro più in là, sul marciapiede di fronte al giardino in cui era stato occultato il cadavere, qualcuno ha portato dei ceri e alcuni mazzi di fiori. Qualche centimetro più in alto, è ancora appeso il volantino con cui i famigliari di Maria Campai per giorni avevano tappezzato il centro del paese.