MANTOVA – E’ iniziata alle 15 di questo pomeriggio e si è conclusa poco fa all’ospedale Carlo Poma l’autopsia sul corpo di Maria Campai, quasi 5 ore per avere risposte su come è morta la 42enne rumena. Massimo riserbo da parte delle forze dell’ordine e del medico legale sui risultati dell’esame.
Intanto ieri il 17enne durante il lungo colloquio con il Gip avrebbe dichiarato di averla uccisa dopo aver simulato una mossa da wrestling. “L’ho uccisa a mani nude, è durato tutto pochi secondi”, ha detto il giovane. Al temine dell’interrogatorio, vista le sue dichiarazioni e gli elementi raccolti è stato disposto il fermo e la custodia cautelare nel carcere minorile Beccaria di Milano, non è stata accolta, quindi, la richiesta dei legali del minore, gli avvocati Valeria Bini e Paolo Antonini, che avevano chiesto il trasferimento in una comunità.
Secondo quanto dichiarato dal quotidiano “Gazzetta di Mantova”, all’esame degli investigatori ci sarebbe anche la posizione del padre dell’indagato, che in un primo momento aveva dichiarato che quella sera il figlio era rimasto a casa.
Non è stato ancora trovato il cellulare della donna, che il ragazzo avrebbe dichiarato di aver messo in un sacchetto verde e buttato nel cassonetto del vicino. Da quel telefono è partito un messaggio indirizzato a Roxana, sorella di Maria e sembra che sia stato proprio lui a mandarlo all’1 di notte per tranquillizzarla e ritardare l’allarme, a quell’ora la donna probabilmente era già morta. Non risulta inoltre che il ragazzo avesse assunto alcolici e droghe, ma era pienamente in sé al momento dell’omicidio.
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