CASALE (RONCOFERRARO) -A circa 9 km da Villa Garibaldi c’è la frazione di Casale dove abita ancora il marito 41enne della donna che lunedì è stata massacrata dall’ex compagno Anitra Nabil. Il marito lavora a Castel d’Ario e non è ancora legalmente separato dalla donna la quale si era trasferita con quello che sarebbe divenuto il suo aggressore a Villa Garibaldi. Con il marito vive anche il figlio più grande della coppia di 17anni di cui, da quanto lui stesso racconta, avrebbe ottenuto l’affidamento.
Quella che segue è la testimonianza proprio del marito della donna aggredita dall’ex compagno. Trattandosi di un racconto proveniente da una ricostruzione di parte, va considerata come una versione soggettiva dei fatti.
“E’ dal 9 maggio 2024 che non riesco più a vedere gli altri miei due figli – afferma l’uomo – Mi hanno minacciato di morte se mi fossi presentato davanti alla loro abitazione. Con me abita il figlio più grande di 17 anni per il quale mi è stato concesso l’affidamento. Ora, dopo quanto è successo spero che mi possano affidare anche l’altro figlio di 9 e la figlia di 6 anni. Quando io e mia moglie abitavamo qui – racconta ancora il marito – in casa c’era sempre un via vai di gente strana. Anche ai miei figli non piacevano certe persone”.
L’uomo sostiene che “prima che la moglie e il suo nuovo compagno andassero via, hanno vandalizzato la casa, tagliato i fili della luce e portato via lampadari e mobili. Hanno fatto danni per 22mila euro. Per fortuna, dato che sono rimasto in buoni rapporti con il proprietario della casa, mi ha concesso di restare”.