Igf e Inps, a confronto su sviluppi e opportunità per Pa e Pnrr

(Adnkronos) – Si è tenuto oggi, presso Palazzo Wedekind, a Roma, il convegno organizzato dall’Internet Governance Forum (Igf) e dall’Inps sul tema ‘Pa digitale e Pnrr: sviluppi e opportunità’. Il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, intervenendo in apertura dei lavori ha voluto sottolineare come l’Inps sia parte attiva nel processo di cambiamento in atto: “L’Inps vuole collocarsi nel panorama di aziende pubbliche altamente digitalizzate, dove per i giovani è importante accedere a tecnologie avanzate, offrendo a ragazzi e neoassunti una prospettiva di carriera in un mondo completamente digitalizzato e con dei percorsi di carriera attrattivi, che si ispirino al merito, e politiche del personale all’avanguardia, che concilino lavoro e famiglia all’insegna del benessere del personale. Se dobbiamo andare verso la digitalizzazione, non possiamo lasciare infatti le relazioni industriali indietro”.  

Tridico ha rilevato come esista sempre “un gap tra l’innovazione tecnologica e le competenze che si acquisiscono man mano: per ridurre questa distanza, abbiamo avviato non soltanto un ciclo di assunzioni, ma una politica di formazione continua, con programmi costruiti su piattaforme nuove per servizi completamente digitali, grazie anche al Pnrr che consentirà di stanziare fondi importanti, e attraverso collaborazioni con altre amministrazioni”.  

“La nascita della società 3-i con Istat e Inail – ha concluso Tridico – testimonia ulteriormente la determinazione di operare in questo processo, realizzando un polo di servizi digitali per il welfare con risparmi di costi ma soprattutto con una potenza innovativa e una capacità d’investimento che consentiranno di migliorare i servizi di tutte le realtà coinvolte”. 

Mattia Fantinati, presidente Igf Italia e già sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, ha voluto ringraziare l’Inps non solo per l’incontro, ma per “l’impegno in questo percorso”. “L’Istituto oggi ha un ruolo assolutamente centrale: non parla solo ai nativi digitali, ma a tutta la cittadinanza, creando una cultura digitale. L’Igf si muove nello stesso solco: promuove e struttura questo dibattito usando il modello multistakeholder in maniera aperta e inclusiva. Lo scopo è costruire un’agenda dal basso. O definiamo uno scenario futuro, indicando dove saremo tra dieci anni nel nostro processo di crescita digitale, o resteremo fermi, senza percorrere la strada di una crescita stabile e duratura”, ha detto. 

Francesco Paorici, direttore generale AgID, si è concentrato invece sulla cornice positiva in cui si muovono oggi le realtà pubbliche: “C’è un quadro normativo che consente di scommettere sull’innovazione, target da raggiungere, percorsi condivisi con l’Europa. E cresce costantemente il numero di cittadini che fa ricorso ai canali digitali”.  

Paorici ha ricordato come lo Spid abbia raggiunto 30 milioni di cittadini, mentre nel 2021 i documenti firmati digitalmente sono cresciuti del 40% rispetto al 2020: “Numeri che indicano il trend della domanda, cui la Pa deve rispondere ricordando come l’obiettivo ultimo sia dare servizi migliori ed efficienti garantendo rapidità e trasparenza”. 

Nel corso dell’incontro, hanno avuto luogo due tavole rotonde, moderate dal giornalista Mario Benedetto. Tra i temi trattati, le infrastrutture digitali, la politica di assunzioni nella Pa e la formazione del personale, l’orientamento nelle scuole per la valorizzazione dei talenti. Hanno partecipato: Dario Ciampoli, responsabile di programma per la presidenza del Consiglio; Giuseppe Virgone, Ceo PagoPA; Roberto Lancellotti, Consigliere Cda Inps; Laura Di Raimondo, direttrice di Asstel; Andrea Sammarco, vicesegretario generale Unioncamere; Roberta Lombardi, assessore alla Trasformazione Digitale della Regione Lazio; Marcello Fiori, capo Dipartimento Funzione Pubblica; Raffaele Tangorra, commissario straordinario Anpal; Annarosa Pesole, del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Agnese Ratzenberger, responsabile affari istituzionali Hewlett Packard Enterprise Italia; Rocco Lauria, dirigente Inps; e Aberto Bonisoli, presidente Formez. La chiusura dei lavori è stata affidata a Francesca Bria, presidente Fondo nazionale Innovazione, e Vincenzo Caridi, direttore generale Inps. 

Bria ha evidenziato come l’attore pubblico “debba essere leva del cambiamento, fornendo l’indirizzo strategico al Paese anche nell’ambito dei percorsi digitali”. “Si deve creare – ha spiegato Bria – un sistema sinergico tra pubblico e privato: l’amministrazione non deve parlare a se stessa, ma muoversi per il cittadino. È questo il ruolo importante che deve anche assolvere Igf, promuovendo il dibattito multistakeholder fra tutte le parti interessate. L’Italia sta investendo nella banda larga, nel cloud, nel 5G. Sta investendo sul futuro e sulla sostenibilità, senza retrocedere nella tutela dei diritti fondamentali. E qui il gap di genere e il gap generazionale devono essere colmati rapidamente: con politiche adeguate e con salari che consentano di attrarre giovani che sappiano rinnovare la Pa”. 

Caridi ha voluto riportare l’attenzione sull’Istituto e sul suo ruolo nel Paese: “La tecnologia è uno strumento, non è di per sé un’innovazione. Questa subentra se cambia il modello culturale, se cambiano i processi. L’Inps si sta aprendo sempre di più a questo cambiamento: dagli Stati generali dell’Informatica, poco prima della pandemia, abbiamo mostrato come i nostri progetti siano rivolti a questo fine. Sono in corso, col Pnrr, 70 processi da reingegnerizzare e abbiamo attivato il rinnovamento di 8.500 competenze digitali del personale nel biennio. Dobbiamo pensare a una sorta di Pnrr continuo per immaginare un sistema Paese che sia sempre in grado di stare al passo coi tempi”.  

 

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