La rivincita degli over 50, il giuslavorista: “Profili tra i più ricercati da imprenditori”

(Adnkronos) – La rivincita degli over 50 in ambito lavorativo è una realtà. A dirlo in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il giuslavorista Francesco La Badessa, dello studio Ichino Brugnatelli e Associati. “I profili senior (boomer e X generation) – afferma – oggi sono tra i profili più ricercati dagli imprenditori. Ciò è giustificato dalla presenza di più concause: l’aumento dell’età media della popolazione (e quindi anche dei lavoratori) la denatalità che comincia a far sentire i propri effetti, l’emigrazione di giovani italiani all’estero, l’aumento dell’età pensionabile, gli sgravi fiscali e contributivi a cui le aziende possono accedere con l’assunzione di over 50. A ciò va aggiunto un non trascurabile aspetto socio-culturale: le assunzioni degli ‘over’ ora garantiscono una presenza nel medio-lungo periodo e un’affidabilità professionale che spesso i trentenni ancora non hanno, oltre a una maggior duttilità flessibilità e adattamento nei cambi di organizzazione lavorativa”. 

“La combinazione – spiega – di esperienza, stabilità, cambiamenti demografici, evoluzione delle competenze e incentivi economici contribuisce alla crescente richiesta di lavoratori over 50. Le aziende riconoscono sempre più il valore che questi lavoratori possono apportare, sia in termini di competenze specifiche che di equilibrio generazionale. Integrando efficacemente i lavoratori over 50, le aziende possono beneficiare di una forza lavoro più diversificata, stabile e competente”. 

“Per rilanciare l’occupazione degli over 50 – ricorda – il governo ha confermato anche per il 2024 le agevolazioni per le assunzioni rivolte ai datori di lavoro, seguendo le previsioni dei commi da 8 a 11 dell’articolo 4 della legge 92 del 2012, la Legge Fornero. Tali incentivi sono riconosciuti sotto forma di sgravio contributivo del 50% per gli imprenditori che assumono uomini e donne di età superiore ai 50 anni e che sono disoccupati da almeno 12 mesi e riconoscono al datore di lavoro la riduzione del 50% dell’aliquota contributiva a suo carico. Le soluzioni normative sopra richiamate hanno certamente portato i cinquantenni (solo 10 anni fa scarsamente rioccupabili) ad avere un maggiore appeal in un mercato del lavoro dai costi sempre più gravosi per le imprese in termini di retribuzione, contribuzione e, nel caso di assunzione di figure junior, formazione”. 

“Gli sgravi fiscali – sottolinea – per le assunzioni degli over 50 sono strumenti utili a ridurre i costi del personale e per questo efficaci per promuovere il reinserimento lavorativo di figure senior un tempo emarginate. Tuttavia, la loro efficacia dipende anche dalla sostenibilità e dalla durata degli incentivi e dalla presenza di misure complementari come la formazione continua e il cambiamento culturale all’interno delle aziende. Per massimizzare l’impatto, gli sgravi fiscali dovrebbero essere parte di una strategia più ampia”. 

Quali benefici possono apportare alle aziende in termini di affidabilità e flessibilità rispetto ai lavoratori più giovani. “Sono – commenta Francesco La Badessa – professionalmente già formati e qualificati e spesso più economici. Chi ha almeno vent’anni di esperienza alle spalle è portatore di abilità pratiche difficili da reperire tra i più giovani, il requisito anagrafico dei profili senior è spesso sinonimo di maggiore affidabilità. I trentenni sono mostri di cultura, hanno grandissime abilità di acquisizione di dati e di conoscenze teoriche, ma spesso non hanno una pari capacità rielaborativa e di sintesi rispetto alle informazioni. Inoltre, i trentenni di oggi appaiono più ‘demanding’, ponendo più paletti (soprattutto in termini di orario e di smartworking) rispetto a chi si affacciava nel mondo del lavoro negli anni Novanta”. 

“Gli over 50 – ammette – possono offrire duttilità, affidabilità e flessibilità alle aziende. Esperienza e stabilità fanno di loro risorse preziose per ruoli che richiedono competenza e maturità, mentre la loro capacità di adattarsi e apprendere nuove competenze può contribuire ad un maggior efficentamento organizzativo con impatto in termini di versatilità e dinamicità degli ambienti di lavoro. Integrando questi profili, le aziende possono beneficiare di una forza lavoro equilibrata e resiliente, capace di affrontare con competenza e dedizione sia le sfide attuali che – per via dell’ampliamento dell’età pensionabile- quelle future”. 

I principali settori in cui i profili senior vengono più spesso rioccupati son cinque. 1) Settore sanitario e assistenza sociale che è caratterizzato da una domanda crescente di professionisti, dato l’invecchiamento della popolazione e la necessità di assistenza continua. Gli over 50 possono offrire una combinazione di esperienza pratica, empatia e competenze consolidate, particolarmente apprezzate in ruoli di cura e gestione. 2) Consulenza e servizi professionali in materia di gestione, finanza, risorse umane, e tecnologia, ambiti in cui i profili degli over 50 possono offrire approfondimenti strategici e operativi. 3) Manifatturiero e artigianato sono settori che richiedono competenze tecniche specifiche e una conoscenza approfondita dei processi produttivi che spesso sono nelle ‘corde’ dei profili più maturi, dotati di abilità manuale e attenzione al dettaglio perfezionati dalla più ampia esperienza. 

4) Tecnologia dell’Informazione (IT) e Telecomunicazioni. Paradossalmente ho riscontrato fabbisogno e presenza di profili senior anche in un settore dominato dai giovani, soprattutto in ruoli di gestione, supporto tecnico e project management. 5) Finanza e assicurazioni sono un settore in cui è richiesta precisione, attenzione ai dettagli e una profonda conoscenza dei mercati e delle normative, tutte qualità che i lavoratori più anziani possiedono in abbondanza. Possono trovare ruoli in consulenza, pianificazione finanziaria, gestione del rischio e compliance. 

“Le politiche di assunzione agevolata – commenta Francesco La Badessa – che offrono incentivi fiscali e contributivi alle aziende per l’assunzione di lavoratori appartenenti a categorie considerate svantaggiate, come gli over 50, possono avere un impatto significativo sugli equilibri occupazionali all’interno delle aziende che possono così beneficiare di maggiore inclusione, ampliamento di esperienza e competenze professionali maturate in precedenti contesti lavorativi oltre alla riduzione del turnover. Di contro – avverte – gli incentivi devono essere, a mio avviso, supportati da imprescindibili fasi di aggiornamento delle competenze tecnologiche e dal mantenimento degli equilibri generazionali, che, se ben pianificate valorizzano gli sgravi rendendoli un vantaggio competitivo sostenibile”. 

 

(Adnkronos)