MANTOVA – Il filosofo-scrittore regista Fausto Bertolini, che ha letto l’editoriale di Riccardo Lonardi “Solitudine di Cristo” pubblicato martedi 14, ci invia in proposito il suo pensiero.
“C’è una abitudine superficiale alla realtà storica e metastorica del Cristo. In più secondo me, è irrazionale attribuire i disastri allo snaturamento della natura. Nel 1600, peste di Milano (“Promessi Sposi”) non c’era inquinamento, né manipolazione della natura in tutte le sue forme negative. Durante la Spagnola non c’era inquinamento. Né durante la pesta bubbonica in Egizio al tempo di Cleopatra. Così in altri casi del passato, dove la tecnologia era ridotta. Eppure ci sono state epidemie-pandemie micidiali. Il punto è che la vita terrestre è malata ab ovo usque ad mala, inquinata dall’inizio. E’ originata da energia malata. La causa? Il Peccato Originale. E’ logicamente-necessariamente successo qualcosa, che ha inquinato l’energia vitale. Noi cristiani lo chiamiamo Peccato Originale. Trovategli un altro nome. La causa e l’effetto saranno sempre gli stessi. La supponenza orgogliosa dell’uomo di credersi Dio, di credersi immortale.
Questo piccolissimo virus ci ha ricordato che, nonostante tutta la nostra scienza e tecnologia, siamo mortali. C’è poco da essere orgogliosi anche se andiamo sulla luna. La mortalità fa parte integrante della nostra natura. E non c’è scienza o tecnologia che possa cambiarla nell’essenza. Il Serpente: «Sarete come Dio», cioè, essenzialmente immortali. Col cavolo! E lo constatiamo anche ora. Come lo constateremo sempre, da qui all’eternità, anche quando avremo scoperto il vaccino contro il Covid 19″.
Cristo è solo perché non è capito nella sua divinità mortale da quando è entrato nella sfera umana. Mortale come uomo, immortale come Dio, come ha dimostrato nella resurrezione. Non capito in questo mistero di morte-vita persino dagli stessi cristiani.
Fausto Bertolini