Possanzini: “A Mantova ho realizzato le mie idee, sono riconoscente. C’è la volontà di restare”

MEDA – “Avevo il timore che la partita di oggi andasse così, anche se poi l’abbiamo interpretata bene. I ragazzi hanno giocato una partita dignitosa – commenta a fine gara il mister del Mantova Davide Possanzini –. Adesso ancora qualche festeggiamento poi pensiamo alla partita di domenica in casa, perché ci teniamo a far festa davanti ai nostri tifosi”. “Abbiamo dato l’opportunità a chi ha giocato meno, c’è stata la possibilità di fare qualche esperimento – prosegue Possanzini – Tutti hanno onorato la maglia, anche se dopo i festeggiamenti di ieri era dura. Il Renate ha sfruttato le sue occasioni, rosico sempre a perdere, però mentalmente non eravamo al 100%. Ma non posso dire niente ad una squadra che non ha sbagliato un minuto in tutto l’anno durante allenamenti e gare. Il merito è soprattutto dei giocatori se abbiamo raggiunto questo sogno. Quando sono arrivato qua non mi aspettavo una cosa così, c’era la voglia di fare bene, ci eravamo dati tre anni di tempo per fare un salto di categoria, ci siamo riusciti in pochi mesi, l’abbiamo fatto con il gioco e la mentalità”. Possanzini conferma la voglia di restare a Mantova: “La volontà è quella, ci sarà modo di sedersi e di fare step successivi per la crescita. Abbiamo messo basi importanti, ma faremo un salto importante dalla C alla B e dunque bisogna crescere. Stiamo lavorando per strutturarci ma ci sono tante cose da fare. Non dobbiamo pensare che quanto fatto quest’anno possa bastare per mantenere la categoria. Nelle prossime partite, dove non c’è un obiettivo vero, non bisogna però staccare la spina e per creare la mentalità. Dobbiamo lavorare sulla mentalità perché è qualcosa che ci ha contraddistinto”. Ancora sul futuro: “Alcuni amici sentono le voci e vorrebbero vederti sulla panchina più prestigiosa del mondo – conclude il tecnico -. Nella vita bisogna fare degli step, meglio fare un gradino alla volta e non il passo più lungo della gamba. Sono riconoscente a Mantova, perché mi ha dato l’opportunità di mettere in pratica le mie idee: giocatori, presidente, dirigenza, staff. Ringrazio di avere queste persone che mi supportano in tutto. Mi sento un uomo fortunato perché i giocatori hanno fatto si che si concretizzasse l’idea che avevo in testa”.

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