Potrebbero tornare presto le province, perlomeno nella forma che conoscevamo fino ad una decina di anni fa. L’istituzione provinciale era stata sostanzialmente svuotata di molte competenze dalla legge Delrio del 2014. Ma qualcosa non deve aver funzionato nel modo giusto in questi anni, almeno a giudicare dai movimenti che si registrano a Roma tra centrodestra e Pd, che stanno battendo quattro strade diverse per riportare l’Ente pienamente in auge, tornando inoltre all’elezione diretta del presidente. Altrettanti infatti sono i disegni di legge depositati in Senato per il ripristino dell’elezione diretta da parte dei cittadini del presidente della Provincia: il primo è siglato da Licia Ronzulli più altri 12 senatori di Forza Italia, tra cui c’è anche l’ex premier Silvio Berlusconi. Gli altri sono stati presentati da Massimiliano Romeo della Lega, Bruno Astorre del Pd e Marco Silvestroni di Fratelli d’Italia. Nelle prossime giornate cominceranno le audizioni in commissione Affari Costituzionali: non sono escluse soluzioni bipartisan se si dovesse trovare un accordo sulla formula.
L’attuale assetto risulta in una sorta di zona grigia, perché dopo che la riforma Delrio aveva tolto all’Ente diverse funzioni, la bocciatura del referendum costituzionale del 2016 le aveva lasciate in funzione, ma con molte meno competenze rispetto a prima. Ora la politica è pronta a mettere mano per correggere il tiro. Ma i problemi non mancano, in primis quello dei dipendenti, molti dei quali sono stati trasferiti alle Regioni. Questo potrebbe determinare un aggravio dei costi, e portare la Ragioneria dello Stato a mettersi di traverso. Si stima che l’assunzione di nuovi dipendenti potrebbe ammontare a circa un miliardo di euro l’anno: si tratterebbe quantomeno di trovare nuove risorse o di aumentare le tasse. Una possibilità, quest’ultima che difficilmente potrebbe essere digerita a cuor leggero dalla cittadinanza.
Ma la strada sembra tracciata: nel ddl del leghista Romeo si parte proprio dalla bocciatura del referendum voluto da Renzi 6 anni fa per ripristinare la situazione precedente. Nel testo del Pd invece si punta a ripristinare le funzioni precedenti della province, d’accordo con Fdi che punta proprio a tornare alla situazione di 9 anni fa.
“Sono sostanzialmente d’accordo con il rafforzamento dell’Ente Provincia per poter servire al meglio i nostri 64 comuni, i cittadini, le aziende, le scuole – dice il presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani -. Avere un maggior numero di deleghe non può che vedermi assolutamente favorevole e convinto. Che poi ci sia l’elezione diretta o meno, non cambia la sostanza delle cose. La riforma precedente è stata un errore, anche a giudicare dalla trasversalità della proposta di riportare alle vecchie competenze l’Ente – conclude Bottani -. Con l’ottimizzazione dei costi, l’esperienza ci dice che più le risorse vengono spese vicino ai territori e meno vengono sprecate, sono convinto anche che sia possibile ripristinare l’assetto precedente senza ulteriori aggravi”.
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