MANTOVA – L’affluenza per il referendum anche nel Mantovano come nel resto d’Italia si è fermata sotto il 30%, quorum non raggiunto quindi e nulla di fatto.
“Non abbiamo raggiunto il quorum e questo è un dato di fatto che ci fa dispiacere – commenta a caldo Michele Orezzi, segretario generale Cgil Mantova – possiamo solo constatare che più di 90mila mantovani sono andati a votare e questo è un punto di partenza, non ci fermiamo qui. Sono battaglie giuste, il referendum è uno strumento, non è il solo, ce ne sono altri per cui percorreremo altre strade”.
“Per quando riguarda il Mantovano la nostra provincia è 4° in Lombardia come percentuale di votanti, dopo Milano, Monza e Lecco per cui è già stato importante generare il dibattito su questi argomenti”.
“Ci siamo mobilitati con la genuina speranza di poter garantire qualche diritto in più a tutte quelle persone che, per vivere, hanno bisogno di lavorare. L’unico obiettivo possibile, come ha ben spiegato Landini nel suo appassionato intervento a Mantova, era il raggiungimento del quorum” – ha commentato Adriano Stabile, segretario provinciale Pd.
“In ogni caso – prosegue – questa campagna ha avuto il merito di rimettere il lavoro là dove stare, al centro del dibattito politico, perché il lavoro tocca la carne viva delle persone: la capacità di arrivare alla fine del mese, di riempire il carrello della spesa, di costruire un futuro dignitoso”.
“Non abbiamo mai pensato che questo referendum potesse essere un punto di arrivo, ma, anche alla luce dei limiti intrinseci di uno strumento abrogativo, lo abbiamo sempre considerato un punto di partenza, l’inizio di un percorso lungo e necessario” – prosegue. il segretario dem.
“Ringrazio di cuore tutte le militanti e i militanti che hanno aderito con fiducia ai comitati. Ora la piattaforma va allargata, tenendo conto del voto, e riempita di contenuti, di nuove speranze e alleanze – conclude Stabile – serve un nuovo patto sociale che guardi al futuro e soprattutto ai giovani: sia a chi sceglie lavori tradizionali, sia ai tanti che sperimentano nuove forme di lavoro; sia a chi è dipendente, sia a chi è autonomo; e anche a chi ha la capacità e il coraggio di dar vita a piccole realtà innovative, in grado di generare ricchezza, occupazione e sviluppo”.
“E’ un risultato già scritto – commenta la consigliera regionale di Fdi Paola Bulbarelli – hanno cercato di obbligare le persone ad andare a votare, quando era un diritto anche scegliere di non andare. Non si è capito se puntavano a veri risultati o se era solo un modo per capire a che punto stava opposizione”
“Hanno usato il referendum come un campo di battaglia – prosegue Bulbarelli – ma il volere degli italiani è chiaro. Il fatto di essere arrivati lontanissimi dal quorum lo evidenzia e lo si sapeva già prima che non ci si sarebbe arrivati, ma quindi perchè si sono spesi tutti questi quattrini per indire un referendum?”.