MANTOVA – Via libera dell’Unione europea all’etichetta Made in Italy su salami, mortadella, prosciutti e culatello per smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana come chiede il 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine on line del Ministero delle Politiche agricole. Ad annunciarlo è la Coldiretti, che ha fortemente sostenuto il provvedimento, dopo la scadenza del cosiddetto termine di “stand still”, il periodo di “quarantena” di 90 giorni dalla notifica entro il quale la Commissione avrebbe potuto fare opposizione allo schema di decreto nazionale interministeriale (Politiche Agricole, Sviluppo Economico e Salute) che introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate.
“Permetteremo a 35 milioni di consumatori italiani di sapere con certezza che cosa acquistano e qual è la provenienza della carne suina, grazie a una filiera tracciata al 100% dall’allevamento allo scaffale – afferma Thomas Ronconi, allevatore di Marmirolo e presidente di Anas -. È un provvedimento che tutela il diritto all’informazione del consumatore, che potrà così scegliere se acquistare salumi italiani o affidarsi a brand che non informano rispetto a quello che stai consumando. Ringraziamento Coldiretti per tutto l’impegno che ha messo ha raggiungere questo obiettivo”.
I risvolti positivi potrebbero rialzare anche il mercato. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria le quotazioni dei maiali tricolori si quasi dimezzate e scese a poco più di un euro al chilo, mettendo a rischio le imprese e, con esse, la prestigiosa norcineria Made in Italy a partire dai 12,5 milioni di prosciutti a denominazione di origine (Dop) Parma e San Daniele prodotti in Italia.
“Dopo la crisi del Coronavirus e il successivo lockdown il calo dei prezzi è stato vertiginoso e stiamo perdendo in media 100 euro a capo”, calcola Ronconi.
Il rischio è di compromettere una filiera che vale a livello nazionale 20 miliardi di euro e che coinvolge circa 5mila allevamenti in Italia. La provincia di Mantova, con 1,1 milioni di capi, è la seconda realtà in Italia dopo Brescia per numero di maiali allevati.
Il decreto sui salumi, che dovrà essere presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere operativo, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.