Confagricoltura: “Riforma Pac rinviata di due anni. Difenderemo budget europeo per il nostro settore”

Alberto Cortesi, presidente Confagricoltura Mantova

MANTOVA – L’attuale Pac resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022, con le risorse
attualmente a disposizione utilizzabili fino al 31 dicembre 2025. È quanto è stato
deciso poche ore fa dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, con
il membro di commissione Paolo De Castro (Gruppo S&D) soddisfatto per quanto
raggiunto: “Abbiamo mantenuto l’impegno preso con i produttori – ha dichiarato
De Castro in una nota stampa – evitando così inaccettabili tagli sul budget Pac
e rafforzando gli strumenti atti a far fronte ai rischi aziendali e alle crisi di
mercato in questo momento di emergenza”. Il rinvio di due anni della riforma
Pac (e non più di un anno come chiedeva l’esecutivo Ue) permetterà di poter
godere di un arco temporale più ampio per correggere gli elementi di contrasto,
già individuati: “Accogliamo con favore questa notizia – spiega il presidente di
Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – e ringraziamo l’onorevole De Castro
per l’impegno profuso. Le prime proposte di riforma che erano giunte sui nostri
tavoli erano certamente peggiori rispetto allo stato attuale della Pac oggi in
vigore”.
Nel testo approvato oggi dalla Commissione Europea vengono inoltre rafforzate
le misure di gestione del rischio (in linea con il regolamento Omnibus), vengono
estesi di altri due anni i programmi operativi e i diritti d’impianto (notizia
importante per i viticoltori), e viene inoltre chiesto che, a partire dal 2021, la
riserva di crisi venga finanziata con fondi esterni alla Pac, con possibilità di
incremento senza limiti. “Ora sarà prioritario difendere il budget destinato
dall’Europa all’agricoltura – aggiunge Cortesi – altrimenti questi saranno sforzi
vani. Mantenere gli attuali livelli di finanziamento significa evitare tagli del 4%
sui pagamenti diretti e di oltre il 15% sullo sviluppo rurale, per un valore
rispettivamente di 144 e 230 milioni di euro all’anno. Lo dobbiamo a tutte le
aziende che, in questo momento, non si sono mai fermate e hanno continuato a
produrre cibo sano e di qualità“.