“Importiamo troppo latte, aziende e GDO usino quello locale”: è l’appello dell’assessore regionale Rolfi

MILANO – “Nei primi 17 giorni di marzo in Lombardia sono arrivate 29 mila tonnellate di latticini stranieri. Una cifra troppo alta, in questa fase di emergenza le importazioni vanno ridotte. Chiediamo all’industria e soprattutto alla grande distribuzione italiana di dare un segno di solidarietà di filiera privilegiando il latte locale“. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi.

I dati si riferiscono al periodo che va dal 1 al 17 marzo 2020, e certificano un’importazione totale di 29 mila tonnellate di prodotti del comparto lattiero caseario. Tra questi, 3,6 mila tonnellate di latte liquido crudo, 5,7 mila tonnellate di latte liquido pastorizzato, 5 mila tonnellate di latte uht o pastorizzato, 1,2 mila tonnellate di latte in polvere, 8,6 mila tonnellate di yogurt, 2,7 mila tonnellate di formaggi freschi e mille tonnellate di cagliata bovina.

“Questo eccesso di importazioni è, in un contesto emergeziale, un danno per la produzione lombarda – denuncia Rolfi –  si è registrato un aumento di volumi nella grande distribuzione e questo offre spazio per riposizionare la produzione in eccesso, causata dalla chiusura totale del comparto della ristorazione e alberghiero, sostituendo latte, cagliate e formaggi provenienti dall’estero con materie prime lombarde e italiane“ ha aggiunto Rolfi.

Da qui un appello:  “Facciamo un appello forte affinchè si crei e consolidi un rapporto di filiera. In Regione stiamo già lavorando su questo con riunioni settimanali. Molti allevatori responsabilmente stanno riducendo, in maniera razionale e sostenibile, la produzione e trovo inaccettabile che si chieda loro di modificare il prezzo di vendita del latte in un momento in cui sugli scaffali del supermercato il prezzo non sta diminuendo. Ridurre la produzione serve a mantenere il livello di prezzo, non il contrario. Questo significa che c’è una disfunzione nel sistema che talvolta, a fronte di tante aziende di trasformazione corrette, sfocia in speculazione“ conclude l’assessore.