L’agricoltura mantovana è sempre più rosa: le storie di Serena, Fabrizia e Nadia

MANTOVA – Giovane sotto i 35 anni, creativa, spesso con studi di economia o marketing con una particolare attenzione per l’ambiente: è l’identikit della donna in agricoltura. Numeri in continua crescita e con le donne sempre più in ruoli di “comando”.
Agriturismi, mercati contadini, trasformazione dei prodotti e nell’accoglienza, ma anche fattorie didattiche, fattorie sociali, vendita diretta di prodotti di fattoria e cibo di campagna, esplorando poi anche la pet-therapy, gli orti didattici, e l’idea di ‘basso impatto’ sull’ambiente, il recupero di piante e animali in via di estinzione: questi gli ambiti nei quali l’agricoltura in rosa dà il meglio.
Questo perchè le donne sanno mettere insieme, con creatività e passione, aziende in gran parte a conduzione familiare, in grado di rispondere ai bisogni di cibo genuino, prodotto con pratiche rispettose dell’ambiente, di servizi alla persona, di inclusione sociale e di attenzione alla tutela delle tradizioni e delle biodiversità territoriali.
E sono proprio queste aziende, più di altre, che hanno saputo contrastare gli effetti negativi dello sfruttamento economico sviluppando azioni di resilienza.

SEMPRE PIU’ DONNE: UNA RIVOLUZIONE VERDE
Sempre più donne sono alla guida di un’azienda, una rivoluzione verde che tinge l’agricoltura di rosa. Si stima che le donne sono al comando di oltre una azienda su quattro (il 28,6%) delle quasi 215mila aziende italiane dal volto femminile. (Fonte Unioncamere). Dato che sale ancor di più quando lo sguardo si rivolge al Sud dove tocca oltre il 50% (secondo una valutazione dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) su dati del ministero delle Politiche agricole) e vede in cima alla classifica delle regioni, per imprese agricole femminili,la Sicilia; seguita dalla Puglia e dalla Campania.

Inoltre al Sud viene registrato anche il numero più elevato di nuove iniziative femminili (pari al 59% del totale). Altro dato interessante è che le donne che ‘comandano’ nei campi sono perlopiù giovani sotto i 35 anni nel 25% dei casi; molto spesso hanno seguito percorsi formativi diversi dall’agricoltura (come il conseguimento di una laurea in Scienze politiche e in Sociologia, Giurisprudenza e Economia, Scienze della comunicazione e marketing).

Anche nel Mantovano, le imprese agricole condotte da donne si sono concentrate negli ambiti più creativi ed hanno dato un impulso straordinario alla multi-funzionalità in agricoltura. Oggi, la metà degli agriturismi e delle aziende che partecipano ai mercati contadini è gestita da donne, ed è tramite la loro intraprendenza se la multifunzionalità in agricoltura è sempre più praticata, come indirizzo produttivo e gestionale, e se l’azienda agricola si è sempre più aperta al rapporto con la società.

LE TESTIMONIANZE
Corrisponde perfettamente all’identikit Serena Speranzini, titolare, insieme ad altri due soci dell’azienda agricola Cencio Molle di Curtatone. Dopo gli studi in storia dell’arte si appassiona di ecologia e di rispetto per l’ambiente, segue un corso per educatori che traccia le linee guida per l’agricoltura sociale e da qui nasce l’azienda.

“Abbiamo preso un terreno in affitto a Corte Maddalena – spiega Serena – ormai sono quasi 6 anni ci siamo appassionati di permacultura (un insieme di pratiche mirate per progettare e gestire paesaggi antropizzati che soddisfino i bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali) e orto sinergico ed è così che è nato il Cencio Molle. All’inizio – continua Serena – pensavo di aver più difficoltà a fare i lavori pesanti, invece no, siamo alla pari, ci siamo divisi i compiti in base alle attitudini.”

Totale cambio di vita per Fabrizia Mazzali titolare dell’azienda agricola “La figlia delle Rose” di Pegognaga. “Mi sono avvicinata all’agricoltura per cause di forza maggiore – spiega Fabrizia – sono rimasta senza lavoro 10 anni fa e dopo tanti mesi di ricerca, una casa in campagna mi ha fatto venire l’idea. Sono 10 anni che ho l’azienda e 6 anni che ho aperto l’agriturismo. “Attenzione all’ambiente e cibi sani – forse per noi donne che siamo abituate a cucinare viene naturale avere ancora più attenzione per come si coltivano i prodotti che poi si cucinano”. Per Fabrizia fondamentale è anche l’attenzione per l’ambiente – “Quando ho cambiato il contratto dell’energia elettrica ho cercato energia pulita che arriva totalmente da fonti rinnovabili ed in particolare energia eolica” – ci spiega.

Nadia Ferrari titolare dell’azienda agricola l’Orto di Nadia di Rodigo ha una storia simile. Operaia in fabbrica per 16 anni, segue il marito in una nuova avventura, aprire un’azienda agricola, ed è così che da 12 anni ha la sua azienda di ortofrutta “Abbiamo iniziato con i mercati contadini di Mantova e di Castel d’Ario – racconta Nadia – abbiamo anche lo spaccio aziendale. Certo erano tempi in cui ci si poteva lanciare in altri progetti, ma se tornassi indietro lo rifarei. Quando lavoravo in fabbrica una volta terminata la giornata era finita, qui invece non si finisce mai, ma la soddisfazione di lavorare in proprio è tutta un’altra cosa”. Al mercato contadino sono conosciute come “le ragazze” perchè il loro banco sempre ordinatissimo e attento alla disposizione dei prodotti è tutto “in rosa”.
“In questi anni abbiamo cercato di venire incontro alle esigenze dei nostri clienti, e lì viene fuori l’inventiva femminile, come il minestrone già pronto in sottovuoto oppure lo scambio di ricette e consigli su come preparare i vari prodotti”.

E di storie come quella di Serena, Fabrizia e Nadia nelle aziende del territorio ce ne sono davvero tante, tutte con lo stesso messaggio: “l’agricoltura è sempre più rosa”.