(Adnkronos) – “In questa prima settimana di scuola finalmente si è rivisto il sorriso dei ragazzi. Dopo 2 anni in cui non avevano praticamente visto la faccia dei compagni durante le lezioni, ho visto i miei figli contenti di tornare a una scuola normale, che è fatta di istruzione ma anche di socialità. E la socialità è fatta anche di poter vedere il volto, le labbra di chi parla, il sorriso”. Con soddisfazione Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, commenta all’Adnkronos Salute l’inizio dell’anno scolastico senza più l’obbligo di mascherine. “Ben venga che si torni alla normalità e non si provi più a pensare di mettere le mascherine obbligatorie o altre restrizioni a scuola”.
“Ci saremmo dovuti arrivare molto prima – afferma – invece siamo stati gli ultimi in Europa a far cadere questo obbligo, e ancora qualcuno sostiene che non bisognava farlo. Invece io penso che bisogna fare molta attenzione oggi a mettere restrizioni nella scuola: l’ultimo degli ultimi luoghi in cui mettere restrizioni, semmai un domani si dovesse ripensarci, è la scuola”, rimarca Bassetti ricordando che “in Italia, invece, è stato il primo posto su cui si è intervenuto: abbiamo chiuso le scuole prima ancora di chiudere l’Italia, abbiamo messo la mascherina obbligatoria prima di altri luoghi, abbiamo obbligato gli studenti alla Dad prima di iniziare lo smart working, è stato imposto il distanziamento gli orari differenziati, gli è stata tolta la ricreazione”.
“Gli effetti di tutto questo sono abbastanza evidenti – sottolinea l’infettivologo – pensiamo ad esempio al test d’ingresso a Medicina: più del 50% di quanti hanno fatto il test, non è arrivato al livello minimo per l’ammissione. E’ evidente che la scuola in questi due anni ha sofferto in maniera spaventosa e i nostri ragazzi hanno avuto una scuola peggiore. Chi è genitore si è reso conto di cosa ha voluto dire per i ragazzi andare a scuole con le mascherine e con le altre restrizioni e non può che essere contento di questo ritorno alla normalità. Non è una conquista, ma un passaggio inevitabile: io ci ho fatto una battaglia in questi anni e ora sono contento dei risultati che hanno ottenuto i ragazzi, anche grazie a chi si è speso per loro”.