Cure a casa, telemedicina, formazione. Con un occhio puntato sull’alfabetizzazione scientifica dei giovani, tanto più importante in tempi di ‘infodemia’ e fake news nascoste dietro ogni angolo virtuale della Rete governata dai social. E’ lungo queste direttrici che progetta il suo futuro Janssen Italia, divisone farmaceutica tricolore del gruppo americano Johnson & Johnson. Una visione illustrata a Milano, ispirata dalla convinzione che le imprese del pharma possano e debbano “avere un ruolo nel ridisegnare la salute del domani, affiancando al proprio impegno nella ricerca, sviluppo e produzione dei farmaci anche l’ideazione di servizi”.
Nascono con questo obiettivo alcune delle iniziative sperimentali messe in campo dall’azienda “per favorire un miglior funzionamento del sistema sanitario, con soluzioni concrete alle problematiche di pazienti e operatori sanitari”. Per esempio la domiciliazione delle terapie alla base del progetto ‘Janssen a casa tua’, “nell’ambito del quale – spiega la società – abbiamo raggiunto i pazienti in 14 regioni d’Italia”. O ancora ‘Janssen Genia’, “una piattaforma utilizzata in 115 strutture ospedaliere grazie alla quale i farmacisti ospedalieri, con un software di intelligenza artificiale e attraverso semplici comandi vocali, ricevono informazioni sempre aggiornate per la gestione dei farmaci”. E poi ‘JCare’, “un progetto dedicato agli specialisti oncologi, urologi e radioterapisti italiani per facilitare l’utilizzo della telemedicina, fornendo un servizio di video-visita per garantire la continuità assistenziale dei pazienti con tumore alla prostata, bisognosi di continuo monitoraggio”.
L’idea è quella di offrire un contributo alla gestione della sanità, ma anche alla crescita della società, con programmi di sensibilizzazione ad hoc. Come ‘Fattore J’, “un progetto per sensibilizzare 100mila giovani a una corretta informazione scientifica, ad assumere comportamenti responsabili per la salute di tutti e a confidare nei progressi della ricerca per una vita di qualità”, riferisce l’azienda. In atto c’è inoltre una “collaborazione con la Fondazione Censis per ‘I cantieri per la sanità del futuro’, un contributo per definire l’agenda e gli obiettivi su cui lavorare oggi insieme ai cittadini e a tutti i protagonisti del sistema, per un Servizio sanitario nazionale più efficiente, vicino e accessibile, pronto a rispondere alle sfide che ci attendono domani”.
Un altro progetto di sensibilizzazione, giunto alla seconda edizione al via il 21 ottobre, è ‘Health4U’: “Un programma di formazione e orientamento alle carriere universitarie e al mondo del lavoro, realizzato da Fondazione Johnson & Johnson con un focus sui temi della salute, del benessere e delle scienze della vita, promosso in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale. L’iniziativa – dettaglia Janssen – coinvolge oltre 10mila giovani su tutto il territorio nazionale ed è rivolta agli studenti italiani delle scuole secondarie di secondo grado, per guidarli alla scoperta dei cambiamenti che stanno trasformando il settore sanitario, dalle nuove professioni alle applicazioni delle tecnologie abilitanti”.
Janssen infine è accanto ai B.Liver, i ragazzi del Bullone che hanno combattuto malattie gravi, nel progetto ‘Cicatr/Ci’ che l’azienda sostiene fin dalla sua ideazione nel 2018. “Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia – evidenzia il gruppo – sono tante le sfide affrontate insieme e le iniziative realizzate: le mostre a Milano e Catania, la tappa internazionale ad Amsterdam, l’esposizione virtuale nel 2020. Attraverso una rivisitazione delle icone della bellezza classica, la Venere di Milo e il David di Michelangelo, i B.Liver hanno messo in mostra le proprie cicatrici, invitando tutti a riflettere sulla fragilità della vita e a non aver paura di mostrarsi per quello che si è, ma al contrario a raccontarsi e a trasformare le proprie vulnerabilità in un punto di forza”.
Quest’anno Janssen rinnova il proprio impegno a fianco del Bullone nella nuova edizione del progetto ‘Cicatr/Ci Milano. L’arte di ripartire’, coinvolgendo anche i propri dipendenti “per far sì che anche loro, impegnati in prima linea nella lotta al Covid, possano raccontare e condividere il proprio vissuto, le proprie emozioni e esperienze. E come i giovani B.Liver possano essere in grado di mostrare le proprie ferite e renderle un motore di trasformazione per il futuro”.