(Adnkronos) – La prima aria di primavera nel Lazio coincide il primo giorno ufficiale da presidente della Regione per Francesco Rocca, che ieri si è insediato ufficialmente nelle stanze che furono di Nicola Zingaretti. “Lavorerò pancia a terra”, ha detto Rocca. Il primo test da superare sono le ‘vecchie’ criticità del servizio sanitario del Lazio, tornate in auge dopo i tre anni di pandemia Covid: liste d’attesa sempre più lunghe per visite ed esami, il caos nei pronto soccorso degli ospedali e la carenza di operatori. Ma ci sono anche delle possibilità da sfruttare: il Pnrr e il Giubileo. Oggi c’è stato il primo incontro tra il neopresidente e i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere. Il primo passo per mettere a fuoco le priorità, visto che per ora Rocca terrà la delega alla Sanità.
“Il pronto soccorso è il biglietto da visita di ogni ospedale – spiega all’Adnkronos Salute Aldo Di Blasi, segretario regionale Lazio dell’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Ssn – e quelli del Lazio non stanno messi bene. Ma questo tema si affronta mettendo mano al sistema del territorio, con più personale che oggi è ridotto ai minimi termini e riorganizzando i servizi di base, spingendo sull’informatizzazione e la telemedicina. Ma attenzione, va fatto seguendo criteri clinici e non economici. Perché negli ultimi 15 anni nel Lazio sono stati curati i bilanci e non le persone”. Sul tema delle liste d’attesa, Cittadinanzattiva ha condotto un monitoraggio del sistema sanitario regionale nel periodo 15-25 febbraio e il quadro che è emerso è una bocciatura su molti punti: “La non osservanza dei tempi è la regola”. Su questo fronte Rocca si è impegnato in campagna elettorale.
Negli ospedali del Lazio però “mancano anche i posti letto, che sono sempre in una condizione di assoluta insufficienza anche per colpa del Dm 70 – registra Di Blasi – Ma anche questo tema è legato a doppio filo al territorio, se non diamo respiro con servizi per i pazienti cronici e anziani è chiaro che le risposte si trovano bussando al pronto soccorso”. Il Pnrr e il Giubileo del 2025 potrebbero essere delle occasioni da non perdere. “Si deve sapere spendere i soldi che arriveranno, dal 2006 la sanità del territorio prende più risorse dell’ospedale ma ogni giorno vediamo le inefficienze. Quindi si spende male – avverte il sindacalista – Le case di comunità del Pnrr ad oggi sono delle scatole vuote, se non ci metti i medici e gli infermieri”.
Sul tavolo del presidente Rocca ci sono le questioni dei grandi ospedali convenzionati con il Ssr. Strutture che contribuiscono in maniera rilevante nel fornire prestazioni sanitarie, ma non solo: alcuni sono Irccs o policlinici universitari che lavorano sulla formazione dei medici, sulla ricerca e sull’innovazione. Un caso è quello del Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma che, secondo la classica di ‘Newsweek’, è il “miglior ospedale italiano”. La nuova governance della Regione dovrà fare un ragionamento più ampio sul valore che queste realtà, che escono da un periodo di crisi per i costi energetici e per le strettoie nell’accesso a fondi pubblici, hanno per la sanità del Lazio in termini di sviluppo tecnologico in campo sanitario.
“Va cambiato il paradigma della sanità – osserva segretario regionale Lazio dell’Anaao-Assomed – non deve essere vista dall’alto verso il basso come spesso si fa in Regione, ma bisogna guardare ai territori. Comune e Regione si devo parlare, nelle Asl ci sono i delegati dei sindaci per la sanità e loro sanno quali sono le criticità, ma purtroppo non sono tenuti molto in considerazione”.