(Adnkronos) – Soffrire di una neoplasia mieloproliferativa (Mpn) cronica, come policitemia vera e mielofibrosi, significa avere una qualità della vita compromessa a causa dei sintomi della malattia – uno fra tutti la stanchezza, presente nel 70% dei casi – e dei risvolti a livello psicologico. Due studi recenti hanno indagato l’impatto di ansia e depressione in questi pazienti con disturbi ematologici. Un recente sondaggio internazionale pubblicato su ‘Cancer Medicine’ rileva che la depressione, presente in più di un quarto dei pazienti con Mpn, contribuisce a peggiorare i sintomi sistemici della manifestazione della malattia. E’ quanto riporta un articolo pubblicato su ‘Alleati per la Salute’ (www.alleatiperlasalute.it), portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.
Tra i 1.300 intervistati – si legge nell’articolo – quasi uno su 4 (23%) ha mostrato sintomi depressivi, in base al punteggio di almeno 3 sul Patient Health Questionnaire-2, che indica i pazienti ad alto rischio di depressione, piuttosto che con già diagnosi di depressione. In particolare, i risultati dell’indagine hanno indicato che avere sintomi depressivi maggiori peggiora il carico di sintomi sistemici per i pazienti. Per quanto riguarda la stanchezza cronica in particolare, i ricercatori hanno osservato differenze nei momenti di manifestazione del sintomo. Coloro che mostravano un problema depressivo avevano maggiori probabilità di sentirsi affaticati tutto il giorno (42,7% vs 17,5%), mentre i pazienti che non esprimevano sintomi depressivi avevano maggiori probabilità di avvertire la stanchezza di notte (47% vs 35%). In tutti i tipi di neoplasie mieloproliferative, a sintomi depressivi più elevati si associavano livelli più alti di sintomi sistemici nella policitemia vera e nella mielofibrosi, e valori maggiori di tutti i sintomi costituzionali tipici della malattia (fatica, sudorazioni notturne e prurito), tranne due (intorpidimento e prurito), nella trombocitemia essenziale.
“La presenza di sintomi costituzionali influisce sul punteggio prognostico per la mielofibrosi ed è una caratteristica chiave nella risposta alla terapia nell’inibizione di Jak2, indicando l’importanza della presenza e della mitigazione di queste esperienze fisiologiche”, scrivono i ricercatori. “L’associazione dei sintomi costituzionali di malattia mieloproliferativa con sintomi depressivi prominenti – aggiungono – suggerisce che un pesante carico di sintomi costituzionali porta a sintomi depressivi e affrontare la gravità dei sintomi delle neoplasie mieloproliferative, attraverso terapie farmacologiche o non farmacologiche, può migliorare i sintomi della depressione”. Secondo gli autori, il rischio di sintomi depressivi individuato tra questi pazienti è coerente con le segnalazioni di tali sintomi in altre neoplasie ematologiche. Questo suggerisce che “i pazienti con diagnosi di Mpn, indipendentemente dal tipo di trattamento, hanno un rischio di sviluppare sintomi depressivi simile a quello delle persone con tumori ematologici ad alto rischio, sottoposti a trattamento aggressivo”.
Risultati simili si sono registrati anche in un altro studio danese che aveva l’obiettivo di determinare la prevalenza e la gravità dell’ansia e della depressione tra i pazienti con neoplasie mieloproliferative Philadelphia-negative.
I dati sono stati raccolti attraverso un’indagine trasversale utilizzando il sistema MPNhealthSurvey per le persone del Registro nazionale dei pazienti con diagnosi di Mpn, che correla la patologia con la qualità della vita. La valutazione dell’ansia e della depressione è stata fatta usando l’Hospital Anxiety and Depression Scale che associa i due disturbi emotivi con età, sesso, istruzione, indice di massa corporea (Bmi), fumo, assunzione di alcol, attività fisica, carico di comorbidità, durata della malattia Mpn, difficoltà finanziarie, carico di sintomi, problemi sessuali, affaticamento, funzionamento e sono stati esaminati la salute globale/QoL. Nei 2.029 che hanno completato il questionario, la prevalenza di ansia, depressione ed entrambe era rispettivamente del 21%, 12% e 8%. Molti dei soggetti che hanno segnalato ansia o depressione hanno mostrato sintomi lievi. I partecipanti di mezza età e gli anziani avevano minori probabilità di provare ansia e depressione rispetto ai partecipanti più giovani. Il sesso femminile aveva maggiore probabilità di ansia rispetto ai maschi.
L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/alla-scoperta-di/malattie-ematologiche-e-depressione.