Meningite, meno frequente del covid ma estremamente pericolosa

Siamo nel mezzo di una pandemia che assorbe gran parte delle risorse ed energie preventive a disposizione del Sistema Sanitario Nazionale. Un problema che colpisce non solo la salute dei bambini ma si conferma anche nelle vaccinazioni dell’adulto e dell’anziano, in particolare quelle contro le malattie invasive batteriche. A sottolinearlo sono gli esperti. “Queste patologie rappresentano un gruppo di malattie comprendenti meningiti, sepsi, polmoniti e si caratterizzano per la presenza di un batterio in siti ‘sterili’, dove non dovremmo normalmente trovare un batterio, come per l’appunto i polmoni, le meningi o il sangue – spiega Daniel Fiacchini, dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione Asur Marche e coordinatore del Gruppo di lavoro Comunicazione per la Sanità Pubblica della Società Italiana di Igiene (SItI) -. La meningite in particolare si caratterizza per l’infiammazione delle meningi, cioè delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. Le cause possono essere diverse e le forme batteriche sono sicuramente fra quelle più importanti e rilevanti da un punto di vista clinico”.  

Ma quali sono i batteri che le provocano e quanti tipi ne esistono? “I batteri che provocano le meningiti sono diversi – continua l’esperto -. Fino agli anni ‘90, soprattutto nei bambini sotto i cinque anni, la principale causa di meningite batterica era un batterio denominato haemophilus influenzae. Poi, grazie alla vaccinazione esavalente, questo batterio ha causato sempre meno casi. Oggi i batteri più frequentemente riscontrati nelle forme gravi di meningite sono, infatti, lo pneumococco e il meningococco”.  

La buona notizia è che contro questo tipo di patologia è possibile proteggersi in modo efficace. “Grazie alla vaccinazione i nostri bambini possono essere protetti entro i primi due anni di vita con almeno tre differenti tipologie di vaccini: nell’esavalente è contenuto il vaccino per l’haemophilus influenzae di tipo B. Contestualmente a questa vaccinazione, è possibile fare quello contro lo pneumococco. Successivamente utilizziamo anche il vaccino contro il meningococco C oppure contro i meningococchi A, C, W, Y, con il vaccino quadrivalente, in base ai calendari vaccinali regionali vigenti”.  

Ecco quindi ribadita l’importanza della prevenzione, su cui concordano i clinici e gli esperti ascoltati nell’ambito di “Pre-Occupiamoci della meningite”, un progetto editoriale di sensibilizzazione sui rischi legati a questa patologia, ideato e promosso dal Gruppo Adnkronos con il supporto non condizionante di Gsk Italia. “Nei primi due anni di vita – aggiunge Fiacchini – abbiamo la possibilità di proteggere i nostri bambini da tutte le principali forme di meningite. Le vaccinazioni possono essere obbligatorie o raccomandate ma rappresentano sempre un livello essenziale di assistenza: “ogni genitore ha il diritto di poter proteggere i propri figli da malattie potenzialmente letali”  

La vaccinazione contro il meningococco B può essere indicata anche per gli anziani o per le persone con fragilità. “Esistono determinate condizioni o situazioni patologiche – spiega l’esperto – che rendono il decorso clinico di una malattia batterica invasiva molto più severo. È il caso, ad esempio dell’assenza di milza, la cosiddetta asplenia, oppure di alcune immunocompromissioni o immunodeficienze, acquisite o congenite, come l’Hiv, ma anche di patologie croniche, come le patologie del fegato e quelle renali croniche, condizioni accomunate dal fatto che pongono a maggior rischio di complicanze. In tutti questi casi i nostri calendari nazionali prevedono un’offerta gratuita. Ci sono poi situazioni in cui il maggior rischio è dipendente dall’età. Per esempio, gli adolescenti che hanno una maggiore probabilità di avere certi tipi di meningite, come quella da meningococco B. Anche per questa categoria può essere pensata e razionalizzata un’offerta vaccinale”.  

Ma al momento il rischio più grande è che – a causa dell’emergenza da Covid 19 – si trascurino vaccinazioni fondamentali per altre patologie. “È molto importante mantenere coperture vaccinali elevate. Siamo, infatti, nel mezzo di una pandemia che sta assorbendo gran parte delle nostre risorse ed energie preventive. È un problema se, per far fronte a un’emergenza come il covid-19, abbassiamo la guardia nei confronti di altre gravi patologie. C’è il rischio – conclude Fiacchini – che le attività vaccinali subiscano in qualche modo una battuta di arresto. Non dobbiamo permetterlo e soprattutto i genitori devono continuare a vaccinare, serenamente e con fiducia, i propri figli nei confronti di malattie batteriche. A furia di concentrarci sul Covid-19, sembra quasi che malattie infettive meno frequenti siano diventate secondarie, di serie B. Ma attenzione alla gravità di certe situazioni: alcune malattie magari sono meno frequenti ma da un punto di vista clinico possono essere estremamente più gravi, fino a essere fatali”. 

(Adnkronos)