Salutequità, Relazione su stato sanitario dopo 8 anni, luci e ombre

(Adnkronos) – “Dopo 8 anni di ‘assenza’ torna in scena la Relazione sullo stato sanitario del Paese, appena pubblicata sul sito del ministero della Salute”, che presenta “luci e ombre” del nostro sistema rispetto alle diverse “questioni aperte” in sanità. Lo sottolinea in una nota di analisi del documento ministeriale Tonino Aceti, presidente di Salutequità. L’ultima relazione era “datata 2014 e si riferiva ai 2 anni precedenti. Questa è relativa a 5 anni (2017-2021) ed è stata pubblicata nel 2022, nonostante nelle premesse di tutte le edizioni sia scritto a chiare lettere che la relazione è, per Governo, Parlamento e non solo, ‘una componente essenziale per la pianificazione e programmazione del Servizio sanitario nazionale'”.  

“Risultato indubbiamente positivo la pubblicazione della relazione – rimarca Aceti – che consente di avere una panoramica indispensabile del Servizio sanitario nazionale per affrontare criticità come le disuguaglianze nell’assistenza. Ma lasciare indietro per così tanto tempo documenti ufficiali come questi – precisa – incide sulla corretta capacità di programmazione, dal finanziamento del Ssn al personale sanitario, ad altre questioni prioritarie. Soddisfazione per aver ritrovato nella relazione la prospettiva di aggiornamento degli indicatori del Nuovo sistema di garanzia dei Lea, una priorità che Salutequità ha affrontato e posto all’attenzione del ministero della Salute e delle Regioni con una specifica Gap Analysis”. Ora però “è necessario pubblicare anche i dati (con il dettaglio regionale) sulla garanzia dei Lea 2020-2021, quelli sullo stato di attuazione dei Piani regionali di recupero delle liste di attesa per i quali il Governo ha impegnato oltre mezzo miliardo di euro, e approvare il Decreto tariffe per l’attuazione dei Nuovi Lea del 2017”, esorta Aceti.  

La Relazione appena pubblicata “affronta soprattutto le questioni aperte negli ultimi anni, come ad esempio la rinuncia alle cure e il nuovo sistema di garanzia dei Lea, ampiamente affrontati nei report di Salutequità”, continua Aceti che evidenzia alcuni dei passaggi del testo come i dati sulla speranza di vita. “Nel 2020 l’eccesso di mortalità provocato dalla pandemia da Covid-19 ha comportato in un solo anno a livello nazionale la perdita di 1,3 anni di vita attesa alla nascita per gli uomini (da 81,1 nel 2019 a 79,8 nel 2020) e di 0,9 per le donne (da 85,4 a 84,5), con un impatto sensibilmente differenziato sul territorio”. 

L’eccesso di mortalità registrato nel 2021, “è stato un po’ meno severo confrontato con quello del 2020 – prosegue il presidente di Salutequità – Nel 2021 il Nord recupera rispetto all’anno precedente ben 1,1 anni per gli uomini e 0,8 anni per le donne. Nel Mezzogiorno, invece, i livelli di sopravvivenza continuano a peggiorare anche nel 2021, al punto che rispetto al 2019 si perdono complessivamente 1,3 anni per gli uomini e 0,9 anni per le donne. Nemmeno il Centro recupera il calo registrato nel 2020, sebbene la perdita sia stata minore”.  

Per quanto riguarda l’aggiornamento dei Lea “due richieste su tre sono state avanzate da associazioni di pazienti o da singoli cittadini. Poco più di un quinto delle richieste proviene da amministrazioni regionali, aziende erogatrici di prestazioni sanitarie, strutture di ricerca o società scientifiche. Il restante decimo delle richieste è stato proposto da produttori di farmaci o di dispositivi medici. Al 2 settembre 2021, sono state proposte le 61 richieste di aggiornamento Lea esaminate”. Tra gli altri temi della relazione esaminati da Aceti, uno riguarda i pronto soccorso: “Nel 2020, anno caratterizzato dall’emergenza pandemica, gli accessi al pronto soccorso, a fronte di un volume pari a 21.117.416 nell’anno 2019, hanno subito una riduzione di circa il 38%, caratterizzata da una diminuzione dell’86% dei codici triage bianchi e verdi”. Sul fronte screening oncologici, “dal confronto 2020-2021 con il periodo di riferimento standard 2019 si osserva una riduzione relativa di partecipazione pari a 10%, 20% e 13% nello screening mammografico, cervicale e colorettale, rispettivamente”. Ancora, “dal 2019 al 2020 cresce molto il tasso di rinuncia alle cure”.  

Capitolo copertura incremento costi Regioni 2019-2021: “L’incremento della quota di fondo indistinto 2021 rispetto al 2019, comprensiva delle quote premiali, sommato alle ulteriori risorse messe a disposizione dalle norme nazionali (risorse Covid-19 2021, accantonamenti Covid-19 2020 da poter utilizzare nel 2021, ulteriore contributo statale per la copertura dei costi Covid-19 derivante dal payback), è stato sostanzialmente sufficiente a coprire gli incrementi dei costi registrati nel medesimo periodo 2019-2021”. Disavanzo sanità Regioni in Piano di rientro: “Con riferimento all’anno 2021, dalle risultanze dei dati del quarto trimestre 2021 si evidenzia un generale peggioramento di quasi tutte le Regioni, in particolare della Regione Puglia, che registra un disavanzo prima delle coperture pari a 239 milioni di euro”. 

(Adnkronos)