Scienza & Salute: disfunzioni della tiroide e alimentazione

La puntata odierna di BioMedical Report rimanda alle disfunzioni della tiroide e all’influenza dell’alimentazione sulla salute di questa ghiandola così strategica nel complessivo equilibrio del nostro organismo. Uno degli argomenti che interessano una platea vastissima di persone, soprattutto di donne. La rubrica, coordinata da Mauro Minelli, immunologo clinico e responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata, si è aperta con le immagini live di un’ecografia alla tiroide eseguita dal Mario Massa, specialista in oncologia ed esperto ecografista. “L’apertura – sottolinea Minelli – è servita per inquadrare l’argomento legato alla funzionalità della ghiandola tiroidea, piccola ma essenziale con i suoi ormoni per innumerevoli funzioni organiche dell’uomo dalla nascita alla senescenza”. 

Durate la puntata è intervenuto anche Andrea Fabbri, associato di endocrinologia all’Università di Roma Tor Vergata di Roma, che ha ricordato “l’importanza degli integratori di selenio per migliorare il tessuto ghiandolare e il suo funzionamento”, sfatando il mito “dell’aumento di peso legato all’ipotiroidismo”. 

Ma è la dieta il tema centrale dell’ approfondimento, “perché molti alimenti sono in grado di supportare un buon funzionamento della tiroide – lo hanno spiegato le biologhe nutrizioniste Dominga Maio e Ilaria Vergallo – mentre altri possono danneggiarla. Il principale alleato di questa ghiandola è lo iodio (che non si respira ma si mangia) ed è per questo che è necessario evitare quei cibi che bloccano l’assorbimento di questo micronutriente, come ad esempio la soia”.  

“Quella dell’immunologia non è una invasione di campo – chiarisce Minelli – ma una specifica opportuna tanto più quando, come accade nelle tiroiditi automuni, più che essere l’organo primitivamente ammalato, la tiroide è, suo malgrado, il bersaglio rivelatore di una patologia che ha sede altrove. E l’altrove, in questi casi, risiede in un sistema immunitario reso disunzionante da alcuni interferenti che possono essere rappresentati anche da alimenti o loro determinanti immunologicamente attivi. Il glutine e il nichel contenuti negli alimenti che assumiamo nella dieta quotidiana, dopo aver contribuito a rendere permeabile il nostro intestino, possono essi stessi funzionare da antigeni attivando, tra l’altro, le dinamiche dell’autoimmunità. È quanto sembra accadere per esempio nella celiachia o, più frequentemente, nella Non Coeliac Gluten Sensitivity o nella Snas, la Sindrome sistemica da allergia al nichel, molto frequentemente correlata alla tiroidite di Hashimoto”.  

“Quindi, tiroiditi autoimmuni non patologie d’organo, ma ‘di sistema’ per le quali può essere molto proficua una gestione specialistica interdisciplinare. È questo il punto d’avanguardia che perseguiamo da anni e che BioMedical Report continuerà ad approfondire con nuovi e autorevoli medici, sempre all’insegna del massimo rigore scientifico”, conclude Minelli.  

(Adnkronos)