Variante omicron del covid, 352 i contagi confermati segnalati da 27 Paesi e un livello di rischio per l’Europa “da alto a molto alto” oltre all’ipotesi di un calo dell’immunità per vaccinati e guariti dal virus. Questi i dati, le valutazioni e le conclusioni riportate dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, nel documento in cui si valuta il rischio collegato alla nuova variante (B.1.1.529), per il primo aggiornamento Ue/See. “La presenza di mutazioni multiple nella proteina Spike della variante Omicron di Sars-CoV-2 indica un’elevata probabilità di riduzione dell’attività neutralizzante da parte degli anticorpi indotti da infezione” pregressa “o vaccinazione”, prospetta ancora l’Ecdc.
L’ipotesi è che ci possa essere quindi un calo dell’immunità di vaccinati e guariti, ma non è chiaro di quanto. “Dati preliminari – spiega l’Ecdc – suggeriscono che Omicron potrebbe essere associata a un aumento del rischio di reinfezione in Sudafrica. Tuttavia, in assenza di dati sulla neutralizzazione in vitro, dati sull’efficacia vaccinale e ulteriori dati sulla reinfezione in popolazioni esposte a varianti differenti di Sars-CoV-2 durante le precedenti ondate, la misura in cui Omicron elude o erode l’immunità derivata da vaccino o precedente infezione rimane incerta”.
Qual è il rischio associato all’ulteriore introduzione e diffusione della variante Omicron di Sars-CoV-2 nell’Unione europea/Spazio economico europeo? “Sulla base delle prove limitate attualmente disponibili e considerando l’elevata incertezza – spiega quindi l’Ecdc -, il livello complessivo di rischio per i Paesi Ue/See associato a Omicron è valutato da alto a molto alto”. “L’evidenza dei casi iniziali di questa nuova variante che è stata raccolta da tutto il mondo è limitata – si legge ancora – ma suggerisce che Omicron può essere associata a una trasmissibilità maggiore rispetto a Delta, sebbene manchino ancora prove solide. Rimane una notevole incertezza relativa all’efficacia del vaccino, al rischio di reinfezione e ad altre proprietà di Omicron. Sulla base di questi fattori, la probabilità di un’ulteriore introduzione e diffusione nella comunità della nuova variante di preoccupazione è attualmente valutata come alta”, argomenta l’Ecdc.
Rimangono “altamente incerte”, poi, le “stime attuali sulla gravità dell’infezione associata a Omicron. Le evidenze attualmente disponibili sollevano serie preoccupazioni sul fatto che Omicron possa essere associata a una significativa riduzione dell’efficacia del vaccino e ad un aumento del rischio di reinfezione. Non è ancora noto con Omicron il grado di protezione contro le malattie gravi conferito dalla pregressa infezione o dalla vaccinazione. I Paesi dell’Ue/See stanno ancora affrontando” gli effetti “dell’elevato numero di casi di Delta – continua l’Ecdc -. L’impatto dell’ulteriore introduzione e diffusione di Omicron potrebbe”, anche in ragione di questo, “essere molto elevato, ma questa situazione deve essere valutata man mano che emergeranno ulteriori informazioni”.
“Le evidenze attuali su trasmissibilità, gravità” della malattia “e fuga immunitaria sono altamente incerte per la variante di preoccupazione Omicron” del coronavirus pandemico. “Tuttavia, i dati preliminari dal Sudafrica suggeriscono che potrebbe avere un sostanziale vantaggio di crescita rispetto alla variante Delta. In tal caso, i modelli matematici indicano che Omicron dovrebbe causare oltre la metà di tutte le infezioni da Sars-CoV-2 nell’Ue/Spazio economico europeo entro i prossimi mesi”, spiega Ecdc. “Tanto maggiore è il vantaggio di crescita di Omicron rispetto alla variante Delta e la sua circolazione nell’Ue/See – si legge – tanto più breve è il tempo previsto prima che Omicron causi la maggior parte di tutte le infezioni da Sars-CoV-2”.
Per quanto riguarda la diffusione della mutazione, “il numero di Paesi che segnalano casi della variante Omicron di Sars-CoV-2 continua ad aumentare a livello globale, con un totale di 352 casi confermati segnalati da 27 Paesi”, secondo un aggiornamento alle 16 di ieri, 1 dicembre. Questo numero include “70 casi confermati segnalati da 13 Paesi dell’Unione europea/Spazio economico europeo”.
“La maggior parte dei casi confermati – ribadisce l’Ecdc – ha una storia di viaggi in Paesi dell’Africa meridionale” e alcuni di loro “hanno preso voli in coincidenza in altre destinazioni tra l’Africa e l’Europa. Diversi Paesi europei hanno già segnalato una successiva trasmissione comunitaria o domestica”. Ancora una volta viene precisato dall’Ecdc che “tutti i casi per i quali sono disponibili informazioni sulla gravità erano asintomatici o lievi” e che, “ad oggi, non ci sono stati casi gravi e nessun decesso riportato tra questi casi”.