Carne bovina, giù allevamenti e produzione, ma i consumi tengono. Domani il Festival della Carne Rossa a Castel Goffredo

MANTOVA – I consumi di carne bovina non solo tengono, ma si rivelano resilienti a una fase di inflazione che sta mettendo a dura prova le tasche dei consumatori. Lo rivela il Consorzio Lombardo Produttori di Carne Bovina (346 soci, 432 allevamenti per un patrimonio zootecnico intorno ai 95.000 capi) alla vigilia del 1° Festival della Carne Rossa in programma il domani, sabato 16 settembre (dalle ore 19), a Castel Goffredo, al quale parteciperà anche Coldiretti Mantova.

Nel periodo febbraio-luglio 2023, dicono i dati elaborati da Teseo.Clal.it, i consumi domestici di carne bovina fresca sono cresciuti dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, con un aumento in valore del 5,9 per cento.

“L’aumento dei prezzi è inevitabilmente collegato all’inflazione – afferma Primo Cortelazzi, presidente del Consorzio Lombardo Produttori di Carne Bovina – ma l’incremento di spesa è stato decisamente più contenuto rispetto ad esempio alla carne suina fresca, che nello stesso periodo ha visto un calo dei consumi del -1,93%, a fronte di un +10,1% tendenziale in termini di prezzo”.

I dati relativi al periodo maggio-luglio 2023 sono ancora più lusinghieri: +4% tendenziale l’evoluzione in quantità e +6,5% in valore (fonte Teseo.Clal.it), tanto che fanno ben sperare in proiezione sulle intenzioni di acquisto del consumatore.

“È la conferma se non di un forte rilancio dei consumi – commenta il presidente Cortelazzi – di una crescita della domanda che riteniamo positiva e che sta sostenendo purtroppo solo in parte i prezzi di mercato, a fronte di un’offerta di carne italiana in flessione. Ciò significa che il trend positivo dei consumi di carne bovina è solamente in parte legato alla carne italiana, alla quale si preferisce per ragioni di prezzo quella estera congelata o refrigerata”.

I dati sono eloquenti, in tal senso. Solo nel mese di maggio gli acquisti di carne bovina dall’estero sono saliti del +6,05% tendenziale, con Polonia, Francia, Paesi Bassi e Spagna a rappresentare i primi fornitori di prodotto nei primi cinque mesi del 2023, grazie al fattore prezzo, che rende tali Paesi produttori più competitivi rispetto all’Italia. 

Sul fronte numerico, diminuiscono il numero di allevamenti bovini in Lombardia (7.888, -1,38% al 30 giugno 2023) e il numero di capi allevati (319.388, -0,55%, fonte: Teseo.Clal.it), mentre aumentano i prezzi dei ristalli, con la Francia che si conferma il primo fornitore di broutard per l’ingrasso. 

Sono alcune delle ombre per il comparto della carne bovina, settore che vede l’Italia sostanzialmente ferma su un tasso di autoapprovvigionamento del 41,9 per cento.

Il futuro per il settore appare controverso. Se da un lato è vero che i prezzi (ma anche i costi di produzione) sono lontani dai valori di sofferenza del 2020, è difficile leggere le dinamiche future. La domanda globale potrebbe, secondo gli analisti di Rabobank, prima banca del settore agroalimentare a livello mondiale, registrare un rallentamento, trascinato dalla frenata dell’economia cinese e da consumi che stentano a decollare dopo la lunga fase del Covid nel Paese del Dragone. Allo stesso tempo, bisognerà valutare se invece la vivacità della domanda di carne bovina negli Stati Uniti (con conseguente risalita delle quotazioni di mercato) riuscirà a influenzare anche l’Unione europea, che comunque ha in parte beneficiato dei rialzi dei listini.

Sono spunti di riflessione in vista del 1° Festival della Carne Rossa Lombarda il Consorzio Lombardo Produttori di Carne Bovina, in programma domani, sabato 16 settembre (dalle ore 19), a Castel Goffredo. All’evento parteciperà anche il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione permanente (Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione agroalimentare).

A tutti i partecipanti prima della cena con piatti curati dallo chef Omar Torresani sarà distribuito un questionario per conoscere le abitudini di consumo della carne rossa, i cui risultati saranno elaborati dall’Osservatorio nazionale sui Consumi delle Famiglie dell’Università di Verona.

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