Folla ed emozioni a Cerese per la serata dedicata a 90° Minuto

CERESE (Borgo Virgilio) «L’abbraccio iniziale tra  Gianni Vasino  e  Ferruccio Gard  è l’istantanea più bella della serata “amarcord” dedicata a 90° Minuto. Loro che insieme ai compianti colleghi della popolare trasmissione sportiva condotta da  Paolo Valenti  hanno saputo raccontare quel calcio così amato e rimpianto, tanto da sembrare un avvincente romanzo, paradigma della vita stessa». È l’incipit con cui il giornalista della Voce di Mantova ha introdotto la tavola rotonda dei ricordi e delle emozioni allestita venerdì sera nella sala consiliare del municipio di Borgo Virgilio, che oltre agli storici inviati Rai ha messo di fronte i calciatori  Roberto Boninsegna ,  Mirko Benevelli  e  Gabriele Graziani , figlio del “Ciccio” nazionale. A fare gli onori di casa il sindaco  Alessandro Beduschi , che ha premiato i relatori con una targa del Comune, e il vicesindaco  Giancarlo Froni , abile a districarsi alla postazione pc per lanciare immagini e video che, inutile nasconderlo, a taluni hanno fatto bagnare gli occhi. Perché vedere Maradona e Platini stringersi la mano, i fratelli Baresi al centro di San Siro, Van Basten mentre scruta l’arrivo del pallone, Zico e Falcao che si abbracciano prima del match, la potenza di Rummenigge e l’eleganza di Scirea ha provocato sussulti di malinconia tra il folto pubblico presente in sala. Per gli appassionati quelle domeniche calcistiche costituivano un appuntamento imprescindibile: prima le partite con le radio appoggiate all’orecchio e poi “90° minuto”. Lo ha ammesso il sempre impeccabile Gard, “cantore” del Verona dello scudetto e primo a lanciare la moda dei cappelli alla Sherlock Holmes in tv, nonché pittore di fama internazionale per l’arte cinetica e optical: «Quel format ci ha reso quasi delle star, e pensare che alle 18 ci guardavano 20 milioni di italiani era roba da far tremare i polsi». Una carriera, quella del “mitico Gard”, che lo portò più volte a intervistare Papa Wojtyla o a diffondere le rivelazioni di Andreotti sugli ostaggi italiani in Iraq che per un niente non innescarono la crisi di governo. E che dire di Gianni Vasino, inviato di Valenti a Milano e nelle altre sedi lombarde, voce storica del giornalismo sportivo italiano, ironico e spericolato, perché correre il rally di Montecarlo come co-pilota di Dario Cerrato o sfidare i cani dei poliziotti coreani per strappare le prime parole a Gelindo Bordin quando vinse la maratona olimpica di Seoul pure meriterebbe una medaglia d’oro. «I sacrifici sono stati ripagati da impagabili soddisfazioni – racconta Vasino – e fare parte di 90° minuto è stata un’esperienza straordinaria». Si è anche parlato del rapporto tra giornalisti e calciatori. «C’era profondo rispetto – osserva Boninsegna – e quando ci chiedevano una battura uscivamo anche in accappatoi. Pensare che oggi certi giocatori si fanno fare da tramite dai procuratori dà la dimensione di come è cambiato il calcio».

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