Inps, a Mantova stipendi bassi e disoccupazione in aumento

MANTOVA – Dati in linea il 2022, un leggero aumento dei contratti a tempo indeterminato, sia per italiani che per stranieri, meno ricorso agli ammortizzatori sociali, uguaglianza salariare tra uomo e donna, anche se gli stipendi nel Mantovano sono mediamente più bassi di altre zone della Lombardia, sempre più ricorso al part time da parte delle donne: si potrebbero riassumere così alcuni dei dati contenuti nel Rendiconto Sociale 2023 dell’Inps di Mantova presentato questa mattina al Mamu, per la prima volta pubblicamente.

Il rendiconto è un importante strumento che l’Istituto mette a disposizione di tutti per conoscere la propria attività. In particolare, contiene una serie di dati che evidenziano aspetti della situazione socio-demografica, del mercato del lavoro, delle prestazioni pensionistiche, degli ammortizzatori sociali e altre attività di rilevanza sociale poste in essere dall’Inps.

“E’ la prima volta che lo presentiamo pubblicamente –  ha spiegato il direttore della sede provinciale Inps Mantova Andrea Mario Bohuny – negli anni passati era stato presentato in forma ridotta alle parti sociali, quest’anno abbiamo deciso, di cambiare modalità illustrandolo alla comunità per dare rilievo all’attività dell’Inps sul territorio”.

Cosa è emerso da questo rapporto?
“I dati della provincia di Mantova sono abbastanza simili a quelli degli anni precedenti – prosegue Bohuny – non ci sono state grandi variazioni, il quadro è quindi abbastanza in linea con l’anno precedente, di diverso posso segnalare che c’è una leggera flessione nel ricambio generazionale in agricoltura, dove spesso i giovani scelgono di non proseguire le attività del padre.
Le aziende sono meno, ma risultato più grandi, soffrono di più le piccole aziende di una volta, ma si stanno attrezzando. Crescono i contratti a tempo indeterminato e scende il ricorso agli ammortizzatori sociali.
I dati provinciali sono in linea con i dati lombardi, si possono sicuramente evidenziare delle differenze sul livello stipendi, vedi Milano, dove sono molto più alti, ma in linea di massima gli stessi fenomeni in ambito regionale si ripresentano anche nel Mantovano”.

“Entrando nel dettaglio di alcune categorie analizzate –  spiega direttore della sede provinciale Inps Mantova Andrea Mario Bohuny possiamo dire che:

Lavoro
Sotto il profilo delle assunzioni si evidenzia un leggero aumento dei contratti a tempo indeterminato sia per italiani che stranieri. Per gli italiani, in particolare, sono in flessione quelli a tempo determinato e in aumento gli indeterminati, per gli stranieri, invece sono in salita entrambe le tipologie. E questo è sinonimo di maggiore stabilità.
Nel mantovano c’è una platea di lavoratori abbastanza ampia, sono quasi 190mila a fronte di 407mila abitanti della provincia.
Il rapporto evidenzia una forte richiesta di prestazioni di disoccupazione, + di 18mila più uomini che donne, soprattutto italiani, ma in aumento anche per gli stranieri.

Part Time 
Molto utilizzato sia a livello nazionale che provinciale, abbiamo il 47% di donne che nel 2022 hanno avuto almeno un rapporto part time. Ci sono donne che hanno più lavori part time per arrivare ad avere un full time.
Il divario di stipendi tra uomo e donna non deriva da discriminazioni, ma dalla riduzione dell’orario di lavoro. Le donne si dedicano ad impegni familiari e lavorano meno ma parità di qualifica vengono pagate allo stesso modo dei loro colleghi uomini. Se alla fine lo stipendio dell’uomo può risultare più alto è perchè fa più straordinari, ma non come base. Questa dinamica si verifica sia nel privato che nel pubblico impiego.

Pensionati
I pensionati nella Mantovano sono 109 mila di cui gran parte con pensioni di invalidità, vecchiaia, superstiti, poi ci sono i beneficiari assegni sociali e accompagnamento.
Il quadro che emerge è che gli importi medi delle pensioni sono per i maschi intorno ai 2mila euro lordi al mese, mentre per le donne 1.362 euro lordi di media mensile.
I pensionamenti sempre di meno, perchè sono diventati sempre più stringenti i requisiti per l’accesso alla pensione.
In una proiezione l’Inps sottolinea che nel 2051 l’età della pensione, che andrà progressivamente alzandosi, sarà a 70 anni.

Ammortizzatori sociali
Dopo pandemia c’è una progressiva flessione della richiesta di ammortizzatori sociali che restano comunque molto alti, nel rapporto si parla di 1milione 110mila ore di cassa autorizzata. In flessione le richieste di cassa in deroga, mentre in aumento quelle per la cassa integrazione straordinaria.

Patronati
Il rapporto evidenzia un forte utilizzo del canale dei patronati, 68mila pratiche sono state infatti patrocinate dai patronati che tradotto in percentuale il 62% dei cittadini si rivolge al patronato come interlocutore intermediario nei riguardi dell’Inps.
All’Inps non si chiedono informazioni di carattere generale, ma sono in forte incremento le richieste di consulenze, informazioni strutturate su pratiche come i requisiti per la pensione, quando si può andare in pensione, i cumuli, pensioni miste. Sono tante e diverse le situazioni che si presentano agli operatori Inps.

L’evento di questa mattina si è svolto alla presenza e con la partecipazione del Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps Roberto Ghiselli, del Presidente del Comitato Provinciale Giuliano Cantoni, del Direttore regionale vicario della Lombardia, Margherita Corvaglia.
A una breve presentazione dell’evento da parte del Direttore generale della Confindustria di Mantova Daniele Ponselè, sono seguiti i saluti delle autorità presenti: in rappresentanza del Comune di Mantova, l’assessore per le politiche e dei servizi per la famiglia Chiara Sortino; per la Provincia Gloria Vanz che ha letto un breve saluto del Presidente Carlo Bottani. Da ultimo, è intervenuto il neo-Prefetto di Mantova Roberto Bolognesi, il quale ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa e, più in generale, per l’attività posta in essere dall’Inps provinciale. E’ stato il direttore provinciale Andrea Bohuny ad illustrare i dati.