Tiziano al Te simbolo della ripartenza. Da oggi esposta la tela “Venere che benda amore”

MANTOVA – Un dipinto famoso già nel Seicento, oggetto di studio da parte di pittori come Antoon Van Dyck, ma anche di storici dell’arte e studiosi che ne hanno variamente interpretato il soggetto: Venere che benda Amore di Tiziano (1560-65) è uno degli ultimi dipinti del maestro veneto, parte della collezione della Galleria Borghese, dal 22 giugno al 5 settembre 2021 in prestito a Palazzo Te nell’ambito del programma espositivo Venere divina. Armonia sulla terra.
“Grazie alla generosità della Galleria Borghese – commenta il Direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni – questo prezioso quadro si mostra a Mantova e a Palazzo Te: un altro nuovo, intenso augurio di ripartenza per la città, un’altra occasione per ritrovarci insieme nel museo.”
L’episodio raffigurato è un momento speciale: Venere sta bendando un cupido mentre viene distolta da un altro giovinetto alato che le si poggia su una spalla con sguardo pensieroso, forse preoccupato per le persone che saranno trafitte dalle frecce scoccate da Amore cieco. Quest’opera di Tiziano suggerisce ancora oggi, dopo cinque secoli, la controversa complessità dell’amore e della bellezza da cui si genera.
Curata da Claudia Cieri Via e Maria Giovanna Sarti, l’esposizione del capolavoro di Tiziano, Venere che benda Amore, è inclusa in Supercard Cultura, l’abbonamento museale dedicato ai cittadini di Mantova e provincia che consente di visitare liberamente per un anno Palazzo Te. Con l’occasione Fondazione Palazzo Te ha deciso di includere nell’offerta di Supercard Cultura anche l’accesso alla mostra autunnale di Palazzo Te Venere. Natura, ombra e bellezza senza alcun sovraprezzo. Un importante sforzo per confermare la scelta di investire nel rapporto con i cittadini di Mantova e della provincia, per aiutare la ripartenza della cultura e del territorio.

Nel video servizio alcuni approfondimenti sul quadro e le interviste al presidente e al direttore di Fondazione Palazzo Te Enrico Voceri e Stefano Baia Curioni, alla direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti e alla curatrice Claudia Cieri Via.