Attentato a Mosca, Ucraina respinge le accuse. Zelensky punta il dito contro Putin

(Adnkronos) – Dopo l’attentato di ieri a Mosca e le accuse della Russia nei confonti dell’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky respinge i tentativi di collegare a Kiev l’attacco costato la vita a decine e decine di cittadini russi. In un discorso diffuso sui social, il leader ucraino ha puntato il dito contro “Putin e i suoi scagnozzi”, che starebbero “solo cercando di incolpare qualcun altro”. 

“Quello che è successo ieri a Mosca è ovvio”, spiega Zelensky, che continua: “Ricorrono sempre agli stessi metodi. E’ già stato fatto prima. Ci sono state case fatte saltare in aria, sparatorie ed esplosioni. E danno sempre la colpa agli altri. Sono venuti in Ucraina, hanno bruciato le nostre città e hanno cercato di incolpare l’Ucraina. Torturano, violentano le persone – dice il leader ucraino – e poi le accusano”.  

“Hanno portato centinaia di migliaia di loro terroristi qui, in terra ucraina, combattono contro di noi e non si preoccupano di ciò che accade nel loro stesso Paese”, l’accusa di Zelensky, che aggiunge: “Venerdì è successo tutto questo, e l’assolutamente miserabile Putin, invece di occuparsi dei suoi stessi cittadini russi, di rivolgersi a loro, è rimasto in silenzio per un giorno pensando a come collegare tutto ciò con l’Ucraina. E’ tutto assolutamente prevedibile”, sostiene. 

“Quelle centinaia di migliaia di russi che ora uccidono in terra ucraina – aggiunge il leader di Kiev – sarebbero sicuramente sufficienti per fermare qualsiasi terrorista. E se i russi sono pronti a morire silenziosamente nelle sale del Crocus e a non porre alcuna domanda alle loro agenzie di sicurezza e di intelligence, allora Putin – sostiene – proverà di nuovo a trasformare una situazione del genere a suo vantaggio personale”. 

I terroristi, dice Zelensky, “devono sempre perdere. Ringrazio tutti coloro che difendono veramente la vita. Sono grato a tutto il nostro popolo che lotta contro il terrorismo. E in tutto il mondo dobbiamo difenderci da coloro che considerano le persone semplicemente sacrificabili”, le parole di Zelensky. 

Lo Stato Islamico ha rivendicato già ieri l’attacco in un post su Telegram in cui il gruppo affermava che i suoi uomini armati erano riusciti a fuggire in seguito. Un funzionario statunitense ha affermato che Washington dispone di servizi segreti che confermano le affermazioni dello Stato islamico. “L’attacco” di ieri alle porte di Mosca, avrebbero spiegato, “si inserisce nel normale contesto della guerra che infuria tra l’Is e i Paesi che combattono l’Islam”. 

La Commissione investigativa russa ha poi riferito che “le agenzie di intelligence hanno arrestato quattro sospetti nella regione di Bryansk, non lontano dal confine con l’Ucraina”. Secondo Mosca, i quattro “erano intenzionati a passare in Ucraina”, oltrepassando la frontiera con la Russia, e avevano “contatti sul lato ucraino” afferma l’Fsb secondo notizie dell’agenzia russa Ria Novosti rilanciate ieri dalla Bbc che sottolinea come si tratti di informazioni che non possono al momento essere verificate in modo indipendente. 

Accuse che in ogni caso Kiev definisce “assurde”. La zona al confine tra Russia e Ucraina è “piena di unità dei servizi di sicurezza e militari”. E, “anche gli ultimi eventi nella regione (russa) di Belgorod e a Kursk, dove c’è attività militare, significano che questa è una prima linea”, ha affermato un portavoce della direzione dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, alla Bbc. Quindi, ha aggiunto, “suggerire che sospetti si stessero dirigendo verso l’Ucraina significherebbe dire che sono stupidi o vogliono suicidarsi”. “L’Ucraina non ha nulla a che vedere con l’attacco terroristico”, ha poi dichiarato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. 

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