(Adnkronos) – “C’è un’Italia fino a ieri e una da domani”. Così il presidente del Senato, Ignazio la Russa, interviene al Tg5 sulla morte di Silvio Berlusconi. Un ricordo dell’ultimo incontro? “Io dico che sfortunatamente ho ritenuto di tenere i contatti con la famiglia, con l’entourage in questi ultimissimi tempi. Non ho avuto il coraggio di parlargli mentre era in ospedale. E’ bello pensare che il mio ultimo rapporto con lui è stato di vittoria, quando dopo la mia elezione a presidente del Senato venne a dirmi che era la persona più felice del successo del centrodestra e della mia elezione, nonostante qualcuno disse che avevamo litigato noi due, anche se semmai litigavamo su altri motivi e non con me. L’ultimo ricordo che ho è di grande amicizia”.
Di ricordi “ce ne sono troppi – risponde la seconda carica dello Stato – Il primo: ero dirigente non parlamentare dell’Msi e Berlusconi, anticipando questa caratteristica di non avere preclusioni per nessuno, venne a trovarci durante una riunione della nostra direzione nazionale. Mi sembrò un riconoscimento per una forza politica che veniva emarginata, che mi fece subito capire che era persona al di fuori degli schemi. Tutta la sua vita ha poi confermato questa mia impressione”.
La scomparsa di Berlusconi lascia intravedere ripercussioni sulla maggioranza? “Oggi non sono queste le riflessioni. Io so che Berlusconi mai come in questo periodo è stato solidale con le forze del centrodestra. Ha deciso di tenere un ruolo di padre nobile. Credo quindi che le ripercussioni le verificheremo più avanti, ma credo che non ce ne saranno”, risponde La Russa.
“Ancora oggi, se guardiamo alla politica degli ultimi decenni, Berlusconi ha cambiato la politica come per l’urbanistica, la tv, il calcio, il modo di fare diplomazia, il rapporto con i suoi dipendenti che lo hanno sempre adorato. Si dice che il mondo è più povero quando scompare qualcuno, per Berlusconi questa è pura verità, non frase fatta”, conclude il presidente del Senato.