Bimba scomparsa a Firenze, nessun nuovo indizio sul sequestro

(Adnkronos) – Bimba scomparsa a Firenze, la Procura ha terminato le rogatorie con il Perù ascoltando in videoconferenza 14 persone ritenuti utili a fornire informazioni su Mia Kataleya Chiclo Alvarez, la bambina peruviana di 5 anni che lo scorso 10 giugno è sparita dall’ex hotel Astor di via Maragliano a Firenze, dove abitava con la famiglia. Secondo quanto appreso, sembra, tuttavia, che nessun nuovo elemento sarebbe emerso dall’audizione dei testimoni, parenti e amici dei familiari della bimba che abitano sempre nel paese di origine.  

Tra le persone ascoltate dai pubblici ministeri Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, anche uno zio paterno della piccola Kata, detenuto in un carcere di Lima, e un altro peruviano, recluso nello stesso carcere, protagonista di una vicenda droga che risale al maggio del 2022 a Firenze. I magistrati intendevano così verificare l’ipotesi che la bambina possa essere stata rapita per sbaglio, così come prospettato agli inquirenti dal padre della bimba, Miguel Angel Romero Chicclo.  

Per quella vicenda di droga fu fatta una perquisizione in una casa a Firenze dove viveva anche una donna, mamma di una bambina della stessa età di Kataleya: madre e figlia sarebbe poi anche loro andate a vivere all’ex hotel Astor occupato. L’ipotesi al vaglio degli investigatori è che Kata possa essere stata scambiata per quest’ultima bambina e che sia stata rapita per una vendetta legata alla vicenda della droga. 

L’ipotesi principale dei pubblici ministeri è che Kata sia stata vittima di un sequestro di persona a scopo di estorsione, che potrebbe essere derivato proprio dai rapporti conflittuali che sono poi sfociati nei reati commessi durante l’occupazione dell’ex hotel, dove fino al 17 giugno vivevano circa 150 persone, soprattutto cittadini sudamericani e romeni. Alcuni stretti familiari della bambina sono risultati coinvolti in quei delitti e sono stati arrestati.  

Tra le ipotesi sul rapimento di Kata c’è, infatti, anche quella di una ritorsione per il racket degli alloggi nell’ex albergo, che nel mese di agosto ha portato in carcere lo zio materno della piccola scomparsa. Neppure la pista della pedofilia è stata mai esclusa dall’inchiesta.  

Lo scorso 25 ottobre si è concluso nell’ex albergo l’ultima ispezione dello squadrone “Cacciatori Calabria”, un’unità speciale dell’Arma dei carabinieri, addestrato a operare in contesti di sequestri di persona e di lotta alla criminalità organizzata. Sempre secondo quanto si è appreso, non sarebbero state trovate tracce del passaggio della piccola Mia. L’ipotesi del rapimento a scopo di estorsione sembra, dunque, uscire rafforzata ancora una volta, nonostante in oltre 4 mesi e mezzo nessuno si sia ancora fatto avanti per una richiesta di riscatto o comunque per prendere contatti con i familiari.  

Nel frattempo, il padre della bimba, Miguel Angel Romero Chicclo, detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano per reati di droga, è stato trasferito in quello di Prato. L’uomo è tornato in carcere il 17 ottobre in esecuzione di una misura cautelare della Corte di Appello di Firenze, che aveva sostituito la precedente misura dell’obbligo di firma a cui il peruviano doveva sottostare da quando, nel giugno scorso subito dopo la scomparsa della figlia, aveva ottenuto la scarcerazione.  

(Adnkronos)