La Motor Valley ha una storia magica; oltre 100 anni fa nacque Maserati a cui seguirono Ferrari, Lamborghini, Ducati, De Tomaso, Dallara e tante altre aziende. Da circa 10 anni Bper Banca promuove volumi che raccontano la storia motoristica italiana, che ha nel proprio territorio di riferimento, l’Emilia, il cuore pulsante. Prima della pandemia, venne presentato il libro sulla storia della Dallara, ora è la volta della Pagani, azienda nata dal genio e dal sogno del suo fondatore Horacio Pagani, che da una piccola città in Argentina a pochi chilometri da Rosario, arrivò a Modena, per fabbricare , come diceva lui, “l’auto più bella del mondo.” Oggi non è l’unico a dirlo, le Hypercars d’autore della Pagani sono vetture rinomate e ammirate in tutto il mondo.
Il volume edito da Artioli è scritto da Daniele Buzzonetti e racconta la storia dagli inizi fino ad oggi: “La collaborazione con la casa Artioli – spiega il Vice Direttore Generale vicario di Bper Banca Stefano Rossetti – è decennale. Abbiamo inaugurato questa serie di libri motoristici ancora prima che nascesse la Motor Valley e oggi celebriamo un altro artefice di questa terra straordinaria; un mix di competenza, professionalità, parte onirica, e tanta volontà di arrivare. Se guardiamo alla storia di Horacio Pagani che a vent’anni ebbe la volontà di dire no ad una Ferrari che lo voleva in officina perché lui voleva disegnarle le auto. Queste storie sono solo da ammirare”.
Il libro in oltre 300 pagine parte dal Pagani in età giovanile e dal suo sogno, fino alla Zonda l’auto che lo ha reso celebre che ha praticamente coniato il termine Hypercars: ”La storia di Pagani è quasi romanzesca – spiega l’autore del libro Daniele Buzzonetti – perché è la storia di un ragazzo che all’età di 13-14 anni in Argentina sognava di costruire macchine da Gran Turismo di elevate prestazioni, e di farlo a Modena. Cosa che poi ha realizzato, e questo è di per sé incredibile.” Ma come ha fatto un ragazzo dall’Argentina a realizzarsi a Modena che era già terra di motori. “Lui riuscì ad arrivare dopo l’incontro con Juan Manuel Fangio – continua Buzzonetti – il grande campione argentino che qui era conosciutissimo visto che aveva corso sia per Ferrari che per Maserati. Il campione scrisse alle case automobilistiche lettere di raccomandazione per questo giovane talentuoso. Con la Ferrari le cose non andarono bene, poi venne assunto dalla Lamborghini e da lì è iniziata la sua storia”.
Dal 1988 Pagani decise di mettersi in proprio e di acquistare, dopo aver ottenuto un prestito da un istituto bancario, l’elemento primario per l’attività: un forno autoclave per cuocere i particolari in fibra di carbonio. Nacque la Modena Design, diventata poi Pagani Automobili, fino al 1999 quando è apparsa la Zonda C12 prima auto del nuovo marchio. “E’ una bella emozione vedere raccontata la storia della nostra piccola realtà – commenta Horacio Pagani – con tutti i nostri collaboratori, questo libro è un premio per tutti. Il sogno che avevamo non è cambiato. Vogliamo fare cose belle, abbiamo oggi la responsabilità più alta, perché più alte sono le aspettative dei clienti, la ditta è cresciuta ma il sogno è indispensabile per andare avanti.”
Durante il dibattito che ha seguito la presentazione del libro al Forum Monzani di Modena, si è parlato anche di transizione ecologica ed in particolare di conversione all’elettrico: ”Non penso che sia al momento un problema delle macchine sportive – ha risposto Pagani – penso ci sia un po’ di demagogia dietro alla macchina elettrica. Detto questo noi stiamo già lavorando e saremo in grado di fare una macchina elettrica, di farla bella e di farla andare forte e probabilmente in futuro diventerà una opportunità.”