(Adnkronos) – “Ho pubblicato questo post subito dopo aver saputo della morte della Balzerani, questa bufera che si è sollevata mi ha sconcertato”. E’ quanto ha detto all’Adnkronos Donatella Di Cesare, docente di filosofia teoretica alla Sapienza di Roma e autrice di un post di addio alla brigatista Barbara Balzerani, poi cancellato, su cui si è scatenata una vera e propria bufera mediatica. “Non ho mai condiviso i metodi violenti, tutto quello che ho fatto o scritto, e il mio stesso insegnamento, dimostrano la mia più assoluta lontananza. Ritengo sia importante, sempre, il confronto aperto, democratico: nulla si risolve con la violenza”.
Nel post “ho ricordato quella trasformazione radicale che molti di noi volevano negli anni ’70, un mondo diverso senza ingiustizie e senza guerre”. Del resto, “ho molta difficoltà a stigmatizzare gli anni ’70 come anni di piombo perché c’è stato in Italia molto altro – continua -. Ma nulla si risolve con le armi e con la violenza e l’ho detto più volte, anche intervenendo contro la guerra. Ho ricordato quel cambiamento che molti volevano, semplicemente questo. Se lo ho poi cancellato è perché ho visto che non solo veniva frainteso, ma veniva anche utilizzato per scatenare una polemica: mi inquieta se ci sono esponenti politici o di partiti che vanno in cerca di pretesti per colpire alcune persone in particolare o quelli che la pensano diversamente”.
A chi contesta la mancata distanza dai metodi usati dalla Balzerani e dagli altri brigatisti in nome di quella agognata trasformazione radicale, Di Cesare risponde: “Ho usato la parola ‘vie’, sinonimo di metodi”, proprio per questo motivo.
(di Silvia Mancinelli)